Ingegnere gambizzato a Napoli per aver difeso il suo scooter: «Mi serve per lavorare. Non si può rischiare la vita così»

Il 31enne dovrà essere sottoposto a una seconda operazione per rimuovere il proiettile dall'arto

Ingegnere ferito a Napoli per aver difeso il suo scooter: «Mi serve per lavorare. Non si può rischiare la vita così»
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Martedì 4 Aprile 2023, 16:06

Una semplice sosta alla stazione di benzina si è trasformata in una tragedia per un 31enne di Napoli. Il ragazzo partenopeo, ingegnere di professione, è stato gambizzato lo scorso 29 marzo durante un tentativo di rapina messo a segno per sottrargli lo scooter. 

Il primo intervento chirurgico è riuscito alla perfezione, e anche le condizioni cliniche del giovane sono rapidamente migliorate, ma ciò non toglie che il suo percorso verso la guarigione necessita ancora di un po' di tempo. Prima di poter pensare alle dimissioni ci sono passi importanti da compiere sul fronte dell'assistenza clinica. Il giovane ingegnere dovrà subire una seconda operazione per rimuovere il proiettile dall'arto ma, ora che è ricoverato in Chirurgia vascolare, può tirare un sospiro di sollievo insieme con i familiari che gli sono sempre accanto. 

Sono trascorsi alcuni giorni dall'operazione eseguita in urgenza e dal ricovero in Rianimazione all'ospedale del Mare. L'ingegnere ha spiegato a Mattino: «Non si può rischiare la vita per uno scooter.

Invece di parlare del coraggio per non aver ceduto il motorino o delle mie reazioni, forse sarebbe il caso di ragionare su quanto sia assurdo essere ferito con un colpo d'arma da fuoco in quelle circostanze. Non si può accettare un episodio così grave». 

 

Il racconto

Il ragazzo, tramite la fidanzata e i familiari, ha raccontato al quotidiano «Il Mattino» che la sua priorità è «quella di tornare alla normalità». Parole pronunciate nonostante l'ingegnere avesse riportato diverse ferite proccupanti che gli sono costate diverse giornate di ricovero ospedaliero. 

«La notte non riesco a dormire, se ci ripenso mi vengono gli incubi. Non si può accettare il fatto che si debba rischiare la vita per uno scooter», ha spiegato il 31enne.

Incubi che però, secondo una parte dell'opinione pubblica, sarebbero i lfrutto di un'azione coraggiosa.  «In quei momenti si reagisce di istinto. Non c'entra il coraggio. Il pensiero principale, quello che ha preso corpo al momento della rapina, riguardava tutti i sacrifici che avevo fatto per comprare lo scooter. Lavoro, sono un ingegnere: in quegli istanti ho visto il rischio che venissero vanificati tutti gli sforzi che avevo fatto», sottolinea l'ingegnere, sottolinenando che «non si può non avere paura in quel tipo di situazioni ma sono attimi in cui prendono il sopravvento i pensieri».

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«Non ero solo»

Lo scooter serve al ragazzo per percorrere la distanza tra la casa dei miei genitori, al centro storico, e quella dove abita con la sua compagna, in provincia di Napoli.

«Non sarebbe stato giusto, per assecondare un atto di prevaricazione da parte di due delinquenti, consegnare non solo la scooter ma soprattutto privarmi della possibilità di raggiungere facilmente la mia famiglia. No, non potevo accettarlo e allora ho reagito ma ho corso un grande rischio» dice l'ingegnere.

Il 31enne ha raccontato di non essersi sentito solo dopo lo sparo: «L'uomo di colore che lavorava alla pompa di benzina mi ha aiutato e ha subito chiamato i soccorsi, intervento fondamentale per la mia salvezza. Avrebbe potuto scappare per la paura e invece non si è mai allontanato. Questo ha significato molto. In quel momento non mi sono sentito solo e vorrei farglielo sapere». L'ingegnere ha ringraziato il lavoratore della pompa di benzina, nonostante l'assalitore avesse una pistola. 
 

 


Le indagini

Il giovane napoletano spiega che le indagini stanno andando velocemente: «Gli investigatori stanno procedendo a gran ritmo e ci auguriamo che presto si abbiano delle risposte. Bisogna raccontare ciò che è accaduto basandosi sui fatti e le evidenze ma garantendo sempre il rispetto della privacy delle vittime. Non si tratta solo di un fatto personale, l'importanza delle indagini, e del loro corso, riguarda soprattutto la possibilità che non debba accadere più a nessuno quello che è successo a me».

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