Napoli, sgominata la paranza dei bambini: scacco matto agli eredi dei Sibillo

Napoli, sgominata la paranza dei bambini: scacco matto agli eredi dei Sibillo
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Sabato 9 Marzo 2019, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 10:56

La polizia di Stato di Napoli, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 11 soggetti gravemente indiziati dei delitti di associazione di tipo mafioso, omicidio, detenzione e porto illegale di armi, comuni e da guerra, e ricettazione.

Il provvedimento cautelare prende in esame le condotte criminali di soggetti che, già pienamente organici al clan Sibillo all’epoca della latitanza dei fratelli Emanuele e Pasquale Sibillo, sono poi assurti ad un rango apicale, quali referenti del clan, in seguito all’assassinio di Emanuele Sibillo e in seguito all’arresto di Pasquale Sibillo.

In particolare le indagini degli agenti della Squadra Mobile hanno documentato la violenta contrapposizione sorta tra il clan Sibillo e il clan Buonerba-Mazzarella per acquisire la supremazia e il controllo degli affari illeciti sul territorio urbano di Forcella, della Maddalena, di via dei Tribunali e, più in generale, sull’area dei Decumani.

Ci sono anche gli autori dell'assassinio di una vittima innocente, il meccanico Luigi Galletta, ammazzato dal clan Sibillo a 21 anni per avere detto no alla camorra, in particolare per essersi rifiutato di rivelare dove si nascondesse il cugino, affiliato al clan Buonerba, tra i destinatari delle misure cautelari eseguite oggi dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli dopo indagini coordinate dal DDA (pm Woodcock, De Falco, Parascandolo). A tutti viene contestata l'associazione a delinquere di stampo camorristico. Si tratta di Antonio Napoletano, ritenuto esecutore materiale dell'omicidio (all'epoca era minorenne ed è stato già condannato per quei fatti, ndr) e di Ciro Contini (lontano parente di Edoardo Contini, elemento di spicco dell'omonimo clan), anche lui ritenuto esecutore materiale dell'assassinio di Galletta. L' uomo venne prima picchiato e tre giorni, dopo l'ennesima richiesta di rivelare dove si trovasse il cugino ucciso a colpi di pistola nell'officina dove lavorava.

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