Napoli, Ylenia sfuggita alle violenze dell'ex marito e trucidata in casa da un altro uomo

Si allunga il triste elenco dei femminicidi

Napoli, Ylenia sfuggita alle violenze dell'ex marito e trucidata in casa da un altro uomo
di Carmen Fusco
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Venerdì 7 Maggio 2021, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 10:15

Suo marito la maltrattava e lei decise di mettere fine a un incubo denunciandolo e facendolo finire in carcere. Il destino però ha messo lungo la strada della sua breve vita un altro uomo violento dal quale questa volta non è riuscita a difendersi. Ylenia Lombardo, 33 anni, è morta mercoledì per mano di Andrea Napolitano, 36 anni, in cura presso un centro di igiene mentale: l'uomo, residente a San Paolo Bel Sito (provincia di Napoli), prima l'ha picchiata e poi le ha dato fuoco. Il suo corpo è stato carbonizzato dalla vita in su. Adesso lui è accusato di omicidio aggravato e lei ha allungato il lungo e triste elenco dei femminicidi.

E' di Viterbo la donna trovata semicarbonizzata nel Napoletano. Sarebbe dovuta tornare oggi dalla figlia

La giovane donna si fidava dell'assassino, che non ha avuto bisogno di forzare la serratura perché la porta di casa l'ha aperta lei.

Si conoscevano bene e, forse, tra i due c'era anche un legame sentimentale. È successo nel pomeriggio di mercoledì in un modesto appartamentino al piano terra di un edificio antico del piccolo comune del napoletano.


TEATRO DELLA TRAGEDIA
Due camere prese in affitto in un luogo nel quale aveva deciso di trasferirsi dopo la fine del suo matrimonio, la tomba di Ylenia Lombardo, originaria di Pago del Vallo di Lauro in Irpinia e mamma di una bambina di 11 anni affidata ai nonni che vivono a Viterbo e dalla quale sarebbe voluta tornare proprio ieri. Nuovi amici, nuove frequentazioni, qualche lavoro saltuario come badante e collaboratrice domestica. Era così da poco più di un anno, e lo è stato fino a due giorni fa, fino a quando, per motivi ancora da chiarire, il suo destino è stato tragicamente segnato. Il suo assassino sarebbe arrivato in bicicletta. Lo faceva spesso, nessuno se ne sarebbe meravigliato. Cosa sia successo in quelle quattro mura i carabinieri della compagnia di Nola lo stanno accertando. I due potrebbero aver litigato e da lì sarebbe scattata la miccia della violenza. Ylenia avrebbe cercato anche di difendersi ma ha avuto la peggio. Ad accorgersi della tragedia sono stati alcuni ragazzi, attirati dal fumo proveniente dalla casa della vittima. La porta era chiusa ed hanno dovuto sfondarla, ma Ylenia era già morta. Hanno dato l'allarme e in pochi minuti sono arrivati carabinieri e vigili del fuoco. All'inizio si è pensato ad un incendio fortuito, ad una fatalità ma ci è voluto davvero poco a capire cosa fosse davvero successo. Il sangue, i graffi e la stanza sottosopra hanno subito alimentato più che un sospetto. Immediata la ricerca di telecamere lungo la strada per cercare elementi utili o meglio ancora il volto dell'assassino. Ma è stato semplice trovalo, perché poche ore dopo si è costituito.

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