Napoletani scomparsi in Messico, i familiari occupano i binari alla Stazione Centrale

Napoletani scomparsi in Messico, i familiari occupano i binari alla Stazione Centrale
di Oscar De Simone
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Giovedì 18 Ottobre 2018, 11:31 - Ultimo aggiornamento: 12:09

Hanno occupato i binari della stazione centrale di piazza Garibaldi per chiedere un incontro con il prefetto di Napoli. Sono i familiari dei tre napoletani scomparso in Messico che, all’indomani dell’incontro con il console onorario Lucio Cimmino, sono passati dalle parole ai fatti. Già ieri avevano annunciato azioni forti e di impatto e non hanno esitato a metterle in atto. Con il binario numero 20 occupata, è stata rinviata la partenza del treno Frecciarossa 9620 diretto a Milano. 
 



In questo momento i manfiestanti stanno contrattando animatamente con le forze dell'ordine alla presenza del vicequestore Michele Spina. Chiedono in maniera animata un impegno delle istituzioni affinché vengano date loro informazioni sui loro congiunti.
 
Silvana Russo, moglie di Raffaele e madre di Antonio, due dei tre napoletani scomparsi in Messico dallo scorso 31 gennaio, ha accusato un malore durante la protesta sul binario numero 20 della Stazione centrale di Napoli e s'è stesa sulle traverse, assistita dai suoi congiunti. 

Già in precedenza c'erano state tensioni davanti all'ingresso della Stazione centrale di Napoli dove il gruppo di parenti dei tre napoletani aveva cercato di accedere nella hall con l'obiettivo di occupare i binari. Le forze dell'ordine li avevano bloccati chiudendo le porte della Stazione. I parenti e gli amici dei tre scomparsi hanno così inveito contro le forze dell'ordine e preso a calci e pugni le porte in vetro della Stazione. Alcuni indossano una maglietta bianca con la foto dei tre scomparsi, Raffaele e Antonio Russo e Vincenzo Cimmino. Protestano perché da oltre otto mesi e mezzo non hanno più notizie dei loro cari e ritengono che l'impegno delle istituzioni sia stato finora insufficienti. I tre napoletani sono stati prelevati da agenti messicani corrotti - come poi è emerso successivamente - e consegnati nelle mani di presunti appartenenti ai cartelli criminali locali.

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