Misure anti-assembramenti, poteri ai sindaci: a Roma esplode il caso aree-giochi. Movida, ira di Zaia

Misure anti-assembramenti, poteri ai sindaci: a Roma esplode il caso aree-giochi. Movida, ira di Zaia
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 21:30

I luoghi della movida, sorvegliati speciali. Ma anche i ristoranti, i negozi, i parchi, tutte quelle occasioni di possibili assembramenti. Perché la curva del contagio potrebbe risalire e allora - viene ribadito da più parti - bisognerà richiudere. Il Viminale invia una circolare ai prefetti, nella quale specifica le regole in base al decreto Rilancio. Principio fondamentale sarà tenere le persone alla giusta distanza, che si tratti di spazi verdi o di manifestazioni. Il capo di Gabinetto della ministra Luciana Lamorgese, che firma il documento, evidenzia la funzione delle Regioni, ma anche dei sindaci. Spetterà a questi ultimi, infatti, stabilire se «chiudere temporaneamente specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico, in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».
Nel discorso si inseriscono quelle zone di accesso ai minori, le aree giochi, su cui ieri è intervenuta anche la sindaca di Roma Virginia Raggi. Davanti alle contestazioni di chi le chiedeva parchi e giochi per i bimbi più curati e puliti, e più sicuri, il primo cittadino della Capitale, ha replicato: «Non posso certo mandare la polizia municipale a intimare a un bambino di non stare troppo vicino all'amichetto sullo scivolo». Come dire che in quegli spazi, la distanza obbligatoria non verrà rispettata. Raggi, come gli altri suoi colleghi, dovrà comunque sottoporre al prefetto le decisioni di eventuali chiusure. E quest'ultimo al ministro.

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Al ministero dell'Interno, probabilmente, contano sulla moral suasion che i prefetti dovranno fare. «Si confida - è scritto nella circolare - nella loro consueta collaborazione anche nel contribuire a rafforzare nei cittadini una consapevolezza diffusa dell'importanza di proseguire nell'adozione di comportamenti responsabili e appropriati».
Via libera, poi, allo svolgimento delle manifestazioni pubbliche, tipo cortei, dove, però, è consentita «soltanto una partecipazione in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze interpersonali prescritte e le altre misure di contenimento, nel rispetto delle prescrizioni del questore». Ammessa l'attività sportiva o motoria sia al chiuso che all'aperto, ma nelle zone attrezzate dei parchi bisognerà rispettare «la distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per quella sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività».
Proprio per limitare le eventuali conseguenze negative della fine del lockdown, il Viminale ha disposto la rimodulazione delle forze dell'ordine sul territorio, compresi i militari dell'operazione Strade sicure.

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Non è una caso che la movida e gli assembramenti giovanili vengano considerati quelli più a rischio. Tanto che proprio ieri, sulla vicenda è intervenuto energicamente il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dopo aver visto le foto di centinaia di ragazzi che per il ritorno alla quasi normalità, hanno affollato bar e piazze a Padova. «Ci sono arrivate decine di foto e video dei centri delle nostre città con movida a cielo aperto - si è infuriato -. Non ho nulla contro la festa, ma divieto di assembramenti e l'uso della mascherina sono la conditio sine qua non, i salvavita per la tutela dei cittadini». Poi l'avvertimento: «in 10 giorni io li vedo i contagi: se aumentano richiuderemo bar, ristoranti, spiagge, e torneremo a chiuderci in casa con il silicone». Identica la reazione del governatore della Sicilia Nello Musumeci, irritato per le immagini della movida della Vucciria di Palermo, con molti dei giovani in strada senza mascherine: «Sono pronto a richiudere tutto».
I CONTROLLI
Stessa cosa accadrà nel resto d'Italia, dove, al momento, i cittadini sembrano muoversi nel rispetto delle regole. Almeno a giudicare dai dati sui controlli effettuati nel primo giorno di riapertura, nel quale si è registrato un netto calo dei sanzionati. Lunedì le forze dell'ordine hanno controllato 127.601 persone, 608 delle quali sono state sanzionate per i divieti di spostamento, 18 sono state denunciate per falsa attestazione o dichiarazione e 5 per aver violato il divieto di allontanarsi dalle proprie abitazioni perché positive al virus. Domenica i trasgressori erano stati 1.150. Le attività commerciali sottoposte a controlli sono state 51.590: sanzionati 39 imprenditori e disposta la chiusura per 15 attività.
 

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