Mottarone, la Procura chiude le indagini: 8 indagati. «Nessuno controllò i cavi della funivia»

Il bilancio dei due anni di indagine vede sei persone fisiche e due società coinvolte.

Mottarone, la Procura di Verbania chiude le indagini con 8 indiziati: le tappe della vicenda
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Venerdì 19 Maggio 2023, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 15:17

Due società e sei persone fisiche iscritte nel registro degli indagati. Così recita il fascicolo della Procura di Verbania, alla conclusione delle indagini sulla tragedia del Mottarone, avvenuta lo scorso 23 maggio 2021: quel giorno, 14 persone sono morte a causa del cedimento della fune che reggeva la cabina su cui viaggiavano, poi precipitata al suolo. Solo un passeggero è sopravvissuto alla strage: il piccolo Eithan, di appena cinque anni. Dopo gli interrogatori formali, la Procura deciderà quindi se sottoporre al Gip le eventuali richieste di rinvio a giudizio. 

Gli indagati

Per quanto riguarda la società "Ferrovie del Mottarone", nel mirino degli inquirenti ci sono il titolare Luigi Nerini, il direttore d'esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini.

I tre sono accusati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni e lesioni gravi. Perocchio e Tadini sono accusati anche di aver dichiarato il falso. 

Secondo Olimpia Bossi e Laura Correra, rispettivamente procuratore capo e pubblico ministero di Verbania, da settimane i tre indagati erano a conoscenza della manomissione volontaria del sistema frenante di sicurezza, evidenziata fin dai primi rilievi. In particolare, era emersa l'installazione di un dispositivo, il cosiddetto "forchettone", inserito apposta per impedire ai freni di emergenza di entrare in funzione. 

Per l'accusa, non si trattava affatto di una dimenticanza, bensì di una scelta deliberata per mantenere aperto l'impianto senza adeguata manutenzione, evitando allo stesso tempo i continui disservizi e blocchi della funivia. Così, nel giorno in cui il cavo della funivia ha ceduto, il freno di emergenza non è entrato in funzione e la caduta al suolo della cabina che transitava in quel punto è stata inevitabile. 

Rigguardo alla Leitner, l'azienda altoatesina incaricata della manutenzione della funivia, le indagini di Bossi e Correra si concentrano sul presidente del CdA, Anton Seeber, il consigliere delegato Martin Leitner e il responsabile del Customer Service, Peter Rabanser. Si va verso l'archiviazione, invece, nei confronti dei sei tecnici esterni, la cui posizione è stata stralciata. 

 

Le tappe della vicenda giudiziaria

  • 24 maggio 2021: apertura formale dell'inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, e dal pm, Laura Correra. Dai primi accertamenti, in base alle testimonianze raccolte e al materiale sequestrato, emergono i due temi centrali: il cavo tranciato e il mancato funzionamento del sistema frenante di sicurezza.
     
  •  25 maggio 2021: la Procura convoca in caserma a Stresa, di sera, Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, il direttore d'esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini. Quest'ultimo ammette di avere ripetutamente inserito i cosiddetti forchettoni, disattivando il freno di sicurezza, per evitare che la cabina si bloccasse lungo il percorso. Scelta che per gli inquirenti sarebbe stata condivisa dagli altri tre fermati, trasferiti nel carcere di Verbania la mattina seguente.
     
  • 29 maggio 2021: il gip di Verbania non convalida il fermo giudiziario, dunque scarcera i tre indagati e dispone gli arresti domiciliari solo per Tadini. Una decisione che, per una questione formale, apre uno scontro tra toghe che arriva fino al Csm, mentre il procedimento viene riassegnato a un altro giudice.
     
  • 7 giugno 2021: la Procura presenta appello davanti al Tribunale del Riesame di Torino contro la decisione del giudice delle indagini preliminari.
     
  • 12 giugno 2021: il gip accoglie la richiesta di incidente probatorio avanzata dalla difesa di Tadini.
     
  • 2 luglio 2021: l'inchiesta si allarga ad altri undici indagati. Tra questi ci sono la Leitner, che si occupava della manutenzione, i vertici del gruppo altoatesino e altri tecnici di società esterne che si sono occupati dei controlli.
     
  • 22 luglio 2021: con il conferimento dell'incarico da parte del gip a ingegneri esperti, comincia l'incidente probatorio. Due le perizie: una informatica e una sulle cause. Oltre 50 sono i familiari delle vittime indicati come parti offese. Ciascuna delle parti processuali, Procura compresa, ha i propri consulenti.
     
  • 28 ottobre 2021: il Tribunale del Riesame di Torino accoglie il ricorso della procura di Verbania e dispone i domiciliari anche per Enrico Perocchio e Luigi Nerini, che fanno ricorso in Cassazione.
     
  • 25 novembre 2021: Gabriele Tadini torna libero per scadenza dei termini.
     
  • 19 aprile 2022: la Cassazione annulla con rinvio il provvedimento del Riesame di Torino sui domiciliari per Nerini e Perocchio.
     
  • 16 settembre 2022: depositate, dopo quattro proroghe, le due perizie. Oltre alla pratica illecita di inserire i forchettoni, vengono contestate la scarsa manutenzione dell'impianto, i mancati controlli sulla fune (già lesionata), l'insufficiente preparazione del personale e l'inadeguatezza della strumentazione. 
     
  • 20 ottobre 2022: comincia l'esposizione in aula dei periti sull'incidente probatorio. Questa si chiude, tra esame e controesame, il 16 dicembre successivo, dopo una serie di udienze.
  • 13 gennaio 2023: un nuovo collegio del tribunale del Riesame di Torino, in linea con una nuova richiesta della Procura di Verbania, sospende per un anno Nerini e Perocchio, il primo dall'esercizio dell'attività di imprenditore nel settore dei trasporti e il secondo dall'esercizio della professione.
     
  • 19 maggio 2023: chiusura dell'inchiesta per sei persone fisiche, ossia Nerini, Perocchio, Tadini e i vertici di Leitner, lo stesso gruppo altoatesino e Ferrovie del Mottarone, società che gestiva l'impianto.

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