Mottarone, il 68% dei cavi già corroso molto prima della tragedia. I periti: «Nessun controllo»

La perizia: "Rottura della fune non per eccesso di sforzo ma per degrado"

Mottarone, il 68% dei cavi già corroso ben prima della tragedia. I periti: «Nessun controllo»
di Claudia Guasco
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Sabato 17 Settembre 2022, 12:28

Mottarone: non solo il sistema frenante era stato disattivato, ma da tempo oltre due terzi dei cavi erano corrosi. Dalle migliaia di pagine di perizie depositate al Tribunale di Verbania dai docenti guidati dal professor Antonio De Luca, ordinario di Tecnica delle costruzioni all’Università Federico II di Napoli, emergono le possibili cause e dell’incidente nel quale il 23 maggio dell’anno scorso sono morte quattordici persone. «La rottura della fune traente, così come accertato dalle estese analisi metallografiche e frattografiche condotte, è avvenuta non per un eccesso di sforzo, bensì a causa del degrado della fune stessa verificatosi in corrispondenza dell’innesto della fune nella testa fusa, il punto più delicato della fune», si legge nella perizia. Gli approfondimenti tecnici «hanno infatti mostrato che, in corrispondenza del punto di rottura della traente, il 68% circa dei fili (così come misurato in termini percentuali sull’area trasversale) presenta superfici di rottura ragionevolmente antecedente» allo schianto della cabina.

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CORROSIONE DATATA

Nessuno però se ne è accorto, per il semplice fatto che nessuno ha controllato, come si evince dai documenti analizzati dagli esperti. «Le rotture sono avvenute ben prima del 23 maggio 2021.

Negli ultimi mesi i controlli, peraltro non ritrovati in alcun registro, non sono stati effettuati», si segnala nella perizia. Una verifica che avrebbe salvato la vita ai turisti a bordo della cabina numero 3, perché «avrebbe consentito di rilevare i segnali di degrado, ovvero la presenza anche di un solo filo rotto o di segni di corrosione e quindi di sostituire la testa fusa così come previsto dalle norme». In base alle analisi, «si può affermare con ragionevole certezza ingegneristica che negli ultimi mesi tali controlli previsti dalla norma non siano stati effettuati e non ve ne è stata trovata traccia».

FRENO DI EMERGENZA DISATTIVATO

Non solo. Per velocizzare la funivia, sono stati inseriti dei forchettoni che hanno impedito, alla rottura della fune traente, l’attivazione del sistema frenante di emergenza che avrebbe salvato quattordici vite «bloccando in sicurezza la cabina sulla fune portante». L’utilizzo del forchettone è una procedura vietatissima. Ma l’analisi effettuata sui video disponibili, che coprono il periodo dall’8 al 23 maggio, «ha mostrato come la pratica di inserire gli esclusori dei freni di emergenza fosse molto frequente, sia sul veicolo numero 3 che sul 4», sottolinea il pool di ingegneri. Una prassi pericolosissima quanto disinvolta, è ciò che si desume dalla perizia, in linea con la gestione della funivia del Mottarone. «La tenuta del “Registro-giornale” della funivia è risultato molto approssimativa e sicuramente censurabile (e ciò analogamente ad altra documentazione relativa all’esercizio) in quanto inadempiente».

 

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