Morto nell'ultimo giorno di lavoro in azienda. Michele Barco stava per brindare alla pensione con i colleghi

Morto nell'ultimo giorno di lavoro in azienda. Michele Barco stava per brindare alla pensione con i colleghi
di Michelangelo Cecchetto
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 15:52

PIAZZOLA SUL BRENTA - Tutto era pronto per la festa. Pronti dolci e bevande per brindare. Ultime ore di lavoro, poi da oggi la pensione dopo più di tre decenni di attività. Ma proprio gli ultimi momenti in azienda, alla Belvest di Piazzola sul Brenta, ieri mattina si sono trasformati in tragedia. Si è accasciato sul tavolo e non c’è stato nulla da fare per Michele Barco, 59 anni a luglio, residente nella cittadina.

Il malore

Immediato l’intervento dei colleghi e la chiamata d’emergenza al Suem 118.

Dal vicino presidio sanitario ecco l’ambulanza, poi quella medicalizzata, ma i tentativi di rianimazione non sono riusciti a strappare alla morte Barco. Una disgrazia che ha lasciato tutti tanto increduli quanto sgomenti. Un lutto profondo. L’attività si è fermata in tutti i settori, i lavoratori sono andati a casa. Riprenderà oggi.

Impossibile ovviamente proseguire e non sarà facile farlo anche oggi. La proprietà, in segno di massimo rispetto per l’improvviso lutto, ha disposto per la sospensione del lavoro. Non c’era nulla che facesse trasparire quello che in pochi secondi si è materializzato. A detta dei colleghi, Michele non aveva problemi di salute.

Il malore invece non gli ha lasciato scampo. Con tutta probabilità è deceduto per infarto cardiocircolatorio. Barco non era sposato, viveva assieme all’anziana madre che lascia assieme ai fratelli Romina, Marina, Antonella e Fabio. L’azienda è stata fondata nel 1964 da Aldo Nicoletto.

Nasce come laboratorio di capi pronti, ma di alta sartoria. Al lavoro i migliori maestri artigiani nel rispetto dei canoni della tradizione sartoriale. Una filosofia mantenuta nei decenni, coniugata con le innovazioni tecnologiche. La Belvest continua ad essere di elevata qualità e di prestigio. Proprio per la competenza e le capacità acquisite, Michele Barco era impegnato nel controllo dei capi d’abbigliamento, pronto a segnalare ogni minima imperfezione così da essere corretta.

Questo presuppone conoscenza dei tessuti, delle tecniche di realizzazione ed attenzione e precisione, proprio per cogliere ogni potenziale difetto. Un ruolo importante che al tempo stesso, data anche l’anzianità di impiego, lo aveva portato ad essere conosciuto da tutte le decine di impiegati che ieri erano pronti a condividere con lui la gioia per il traguardo della pensione. Gli avevano preparato anche un manifesto di saluto, una sorta di papiro – com’è tradizione per i neolaureati –. Un ricordo da lasciargli per ringraziarlo di quanto ha donato all’azienda non solo in termini tecnici, ma prima di tutto umani. Azienda che, come tutti, è affranta.

Il dolore

«Una persona fantastica, un lavoratore egregio e lo stesso come persona. Siamo profondamente colpiti da quanto è avvenuto, comprendete il nostro dolore» le parole della direzione. «Hai sempre trovato la soluzione – si legge nel cartellone scritto in dialetto –. Ore e ore sopra lo stenditore, hai insegnato a tanti a lavorare e di questo ti possiamo solo ringraziare. Gessetto rosso nel taschino della camicia immancabile, come un amico inseparabile». Persona semplice e tranquilla, dedita al lavoro e alla famiglia, in primis alla mamma. Le esequie si definiscono oggi, saranno venerdì pomeriggio o sabato mattina. 

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