Morte travolte da un trattore, i famigliari: «Erano con due amici». Il conducente: «Sono sconvolto»

Morte travolte da un trattore, i famigliari: «Erano con due amici». Il conducente: «Sono sconvolto»
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Lunedì 5 Luglio 2021, 23:55 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 09:45

Si concentra su due cellulari trovati nel campo di mais di San Giuliano Milanese dove sono state uccise Sara El Jaafarii e Hanan Nekhla travolte da un irroratore agricolo l'attenzione degli inquirenti che indagano sulla loro morte. Due telefoni oltre a quelli delle due giovani che potrebbero confermare la presenza di altre persone oltre a loro. Gli apparecchi sono intestati a prestanome. E adesso, non resta che il lungo lavoro di analisi attenta dei contenuti per capire se si tratta di altri due apparecchi che avevano in uso Sara e Hanan oppure, se sono di altri, a chi appartengano.

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I famigliari convinti: erano uscite con due amici

I famigliari delle due giovani sono convinti che fossero uscite con due amici. «Vogliamo capire dove sono finiti i due amici che erano con Hanan e Sara giovedì notte - ha detto ai giornalisti la cugina di Hanan Meryem -.

Forse potevano aiutarle. Invece di lasciarle nel campo, potevano essere salvate». L'autopsia che avrebbe dovuto tenersi oggi è slittata al 7 luglio perché non sono arrivate a destinazione tutte le notifiche agli interessati che hanno diritto di scegliere se partecipare a accertamenti irripetibili, con propri consulenti. Ma altre analisi e accertamenti, per il resto, sono invece andati avanti e velocemente. Anzitutto, sono proceduti e tuttora sono in corso gli approfondimenti investigativi sul mezzo agricolo che risulta aver investito le due donne.

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La posizione del conducente

In particolare, si cerca di capire se è possibile che il conducente di 28 anni - indagato per omicidio colposo - che da anni lavora nel settore agricolo, non si sia accorto di nulla come ha riferito e, soprattutto, del fatto che in mezzo al campo si era creata una sorta di piazzola con tanto di coperta stesa per terra dove si trovavano Sara e Hanan probabilmente non sole. Se sarà confermato che l'operatore poteva vedere dalla sua postazione sul mezzo agricolo l'area dove erano state abbattute le pannocchie e dove sono stati trovati i cadaveri, allora, per lui potrebbe scattare anche l'ulteriore ipotesi di accusa di omissione di soccorso mentre è già indagato, da ieri, per duplice omicidio colposo. Grande attenzione viene posta dagli inquirenti, coordinati dal procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, a ogni telecamera, sia pubblica sia privata, che si trovi sul percorso che le vittime possono aver scelto per arrivare sul luogo dove sono morte. Di certo, comunque, gli inquirenti ritengono che se qualcuno era con loro, allora potrebbe trattarsi solo di conoscenze occasionali. Non di amici datati. Di certo potranno dare indicazioni utili i tabulati dei telefoni: per capire chi abbia telefonato o mandato messaggi via social alle due ragazze nella speranza di identificare chi era con loro. «Tutti noi chiediamo la stessa cosa - spiega Meryem -. Vogliamo che quei due ragazzi si facciano vivi, che spieghino come sono andate le cose. Devono dire cos' è successo e in che momento sono scappati. Quando hanno lasciato sole Hanan e Sara in quel posto inaccessibile erano ancora vive?». 

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Il trattorista: «Sono sconvolto»

«Sono sconvolto da quanto è successo. Non mi sono accorto davvero di nulla». Parla Andrea P., il trattorista di 28 anni indagato per omicidio colposo dopo che i carabinieri hanno trovato, l'altro ieri sera, due donne morte con segni da schiacciamento in un campo di San Giuliano Milanese, al confine con Locate Triulzi. L'uomo si è sfogato a lungo con l'avvocato Angela Maria Odescalchi, che ha scelto per difendersi dall'accusa ipotizzata dalla Procura di Lodi. L'operatore agricolo era alla guida del suo trattore Grim 3500 venerdì scorso nel campo in cui sono state trovate senza vita le due amiche Sara El Jaafari di 28 anni e Hanan Nekhla di 32 anni. La sua difesa si baserebbe sul fatto che le ruote del mezzo agricolo che conduceva distano circa 3 metri dall'asse della cabina di guida che è, peraltro, sopraelevata. L'uomo ha anche mostrato al proprio avvocato un video per evidenziare quanto poco si possa vedere, rispetto alle ruote in movimento, dalla cabina di guida. In quel momento, poi, la maggior parte del campo presentava piante di mais alte due metri. Quindi, il campo visivo risultava ulteriormente limitato. Saranno, con ogni probabilità, questi gli elementi che l'uomo cercherà di far valere quando sarà chiamato a difendersi.

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