Anna Bellisario morta dopo aver mangiato un tiramisù, tre nuovi indagati: sotto la lente anche le salse del ristorante

La morte della 20enne a Milano, sviluppi nell'indagine

Anna Bellisario morta dopo aver mangiato un tiramisù, tre nuovi indagati: sotto la lente anche le salse del ristorante
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Febbraio 2023, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 09:13

Si allarga l'inchiesta sulla morte di Anna Bellisario, la 20enne deceduta domenica scorsa dopo 10 giorni di coma per shock anafilattico provocato, stando all'ipotesi al vaglio, da tracce di latte, a cui era allergica, contenute in un tiramisù venduto come veganoSotto la lente degli inquirenti, infatti, si aggiungono altre tre persone: il responsabile del ristorante Flower Burger e i rappresentanti della ditta che forniva al locale prodotti etichettati come vegani, come una maionese e una senape utilizzate nel fast food. Dalle prime informazioni, le salse avrebbero contenuto tracce di uova, anche se non sarebbero direttamente collegate al decesso di Anna. 

Insieme a loro, già indagati, sarebbero sotto indagine anchedue rappresentanti e due dipendenti dell'azienda "Glg", produttrice del dolce in teoria vegano ma che, in base ai primi rilievi, conteneva proteine del latte. Loro, come riporta Repubblica, rispondono invece di omicidio colposo, frode nell'esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine.

Anna Bellisario morta per un tiramisù. Il fidanzato: «Aveva chiesto ai dipendenti se davvero non contenesse latte»

La cena

Stanto alle ultime indiscrezioni, la 20enne era abituata a mangiare alimenti con contaminazioni di uova.

Altro prodotto a cui era allergica, ma in misura molto inferiore rispetto all'allergia ai latticini «devastante» e di cui soffriva da quando era piccola. Sarebbe questo un punto fermo dei primi accertamenti, anche attraverso audizioni di testimoni (ieri è stato ascoltato il fidanzato), dell'inchiesta condotta dal Nas dei carabinieri e dall'Ats (Agenzia tutela salute), coordinata dall'aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio. La giovane, infatti, nel corso di quella cena in un fast food di corso Garibaldi col suo fidanzato mangiò anche un panino con una maionese, prodotta dal locale, nella quale sono state trovate tracce di uovo.

 

Poi, a fine pasto, ordinò quel 'Tiramisun', prodotto dalla Glg con marchio Mascherpa, e dopo il primo cucchiaino si sentì subito male e finì in coma. Stando alle audizioni e ad altri elementi raccolti è emerso che la 20enne era comunque abituata a mangiare alimenti con tracce di uova, mentre prestava la massima attenzione ai latticini e anche alle contaminazioni con proteine del latte negli alimenti che assumeva. Gli accertamenti autoptici e allergologici dovranno comunque fare chiarezza sull'incidenza degli alimenti assunti in relazione alla morte. Intanto gli inquirenti stanno individuando il laboratorio nel quale effettuare analisi quantitative sulla presenza di latte nel dolce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA