Mobilità, come vanno gli italiani in ufficio? Il 77% sceglie l'auto: autonomia e risparmio di tempo sono le priorità

Mobilità, dopo il Covid aumentano gli italiani che vanno in bici al lavoro
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Martedì 31 Maggio 2022, 18:30 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 14:59

Traffico congestionato, ricerca di scorciatoie e lancette che scorrono troppo velocemente: anche per quanti si erano oramai dimenticati, o quasi, la routine del tragitto casa-lavoro, è tempo di ricominciare ad affrontare il tema degli spostamenti. InfoJobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, ha condotto una nuova Indagine Commuting* su quasi 2.000 lavoratori iscritti in piattaforma, per raccogliere le abitudini e le modalità degli spostamenti casa-lavoro. Lo scenario emerso evidenzia come la pandemia non abbia cambiato le preferenze dei lavoratori italiani, che dopo due anni rientrano quasi a pieno regime in ufficio.

Aumenta chi va in bici al lavoro, ma il mezzo preferito resta l'auto

Quali sono, quindi, i mezzi usati dagli italiani per recarsi a lavoro? La pandemia ha consolidato la scelta, già emersa in una precedente indagine InfoJobs del 2019**, di auto o moto per il 77% degli intervistati (stabile rispetto al 2019), che predilige così la mobilità individuale, più comoda, indipendente e sicura in questo momento ancora incerto sul fronte sanitario. Con gran distacco segue chi usa i mezzi pubblici (11,4%), mentre bicicletta (4,4%) e monopattino (1,2%) crescono tra le preferenze degli italiani, infatti nel 2019** sommati ottenevano solo il 2%.

30 minuti il tempo medio per raggiungere l'ufficio 

Ma nella quotidianità è la durata del tragitto l’elemento che determina la scelta del mezzo di trasporto? Quanto tempo si impiega per lasciare le mura di casa e approdare sulla sedia dell’ufficio? Il 73% degli intervistati entro 30 minuti è già indaffarato fra scartoffie e meeting e, fra questi, c’è un 42,1% che effettua gli spostamenti casa-lavoro in massimo 15 minuti.

Il 18,1% si trova ad affrontare un tragitto casa-lavoro tra i 30 e i 60 minuti, ma solo il 9% impiega più di 1 ora, quasi un viaggio! In un confronto con il periodo pre-pandemico nel 2019 i dati restano sostanzialmente invariati, con però un piccolo incremento dal 7% al 9% per il tragitto che richiede più di 60 minuti.

Lavorare vicino a casa è ritenuto un vantaggio per la quasi totalità degli intervistati (94,2%): significa potersi svegliare e far colazione con più calma, ma anche rientrare a casa potendo beneficiare di tempo per se stessi o da dedicare alla famiglia, alle passioni o agli hobby. Tuttavia, nella valutazione di un nuovo impiego, la vicinanza al lavoro è fondamentale solo per il 29,8% mentre la maggioranza ritiene vi siano elementi ben più determinanti, come retribuzione, inquadramento e benefit (49,7%) e c’è chi, abituato allo spostamento, ne ha fatto quasi un punto di forza, utilizzandolo come un momento per sé (20,4%).

Dopo la pandemia il traffico fa meno paura 

Lo stress “da commuting” che impatto ha sul lavoro? Il 56,5% è indifferente agli ostacoli che può trovare lungo il percorso da casa al lavoro, perché lo considera parte della routine, e il 27,5% non lo definisce uno stress bensì tempo piacevole da passare fra musica, podcast e telefonate prima di tuffarsi in meeting e impegni professionali. Il malumore generato dalla durata del tragitto e dai disagi degli spostamenti sembra, infatti, essere diminuito rispetto al periodo pre-pandemico**, quando l’impatto negativo coinvolgeva complessivamente circa il 37,5%, mentre ora riguarda “solo” il 16,1% del campione: un bel cambiamento!

Il commuting è anche un tema economico, che pesa sul bilancio mensile di ogni lavoratore. Ma se per il 91,3% non esistono agevolazioni, il 6,4% dichiara di averle da parte della propria azienda. E mentre una piccola percentuale (1%) afferma che tali agevolazioni siano state introdotte proprio per promuovere il rientro al lavoro in presenza, l’1,7% afferma di averle ricevute in passato, ma non attualmente dove, invece, si incentiva lo smart working. 

Rimborsi o buoni benzina sono ancora gli incentivi più utilizzati dalle aziende (60,6% nel 2022 vs 55% nel 2019**), seguiti dal parcheggio interno all’ufficio (28,8% nel 2022 vs 30% nel 2019**) e sconti sui mezzi di trasporto pubblici (4,6%), a cui si aggiungono quest’anno i servizi di sharing di auto e bici (6,1%). Tuttavia, nonostante il 49,7% del campione intervistato sarebbe ben felice di averli, la maggioranza (50,3%), invece, preferirebbe incentivi volti al benessere psicofisico o alla formazione professionale e personale.

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