Ucciso a 19 anni nel tentativo di salvare la mamma aggredita dall'ex. «Si è sacrificato»

Ucciso a 19 anni nel tentativo di salvare la mamma aggredita dall'ex. «Si è sacrificato»
di Umberto Aime
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Mercoledì 12 Maggio 2021, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 18:22

Mirko Farci, 19 anni, che pochi giorni fa su Facebook aveva postato una foto in cui sorrideva alla vita e scriveva «non vedo l'ora che arrivi l'estate», ha provato a difendere la madre Paola, aggredita all'alba di martedì dall'ex compagno, che era entrato di soppiatto nella loro casa, nella via centrale di Tortolì, paese dell'Ogliastra. Le ha fatto da scudo, provando a fermare la furia del pakistano Masih Shashid, 29 anni, armato di coltello. Gli si è gettato addosso, ma non ce l'ha fatta: Mirko è morto, ucciso da un fendente al cuore.

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Ricoverata

La madre, 50 anni, è ricoverata in ospedale a Lanusei: le sue condizioni sono gravissime, dopo essere stata colpita da diciassette coltellate.

L'assassino è fuggito, ma dopo l'arresto, intorno all'ora di pranzo, i carabinieri hanno dovuto resistere all'assalto della folla, assiepata nel piazzale della caserma. Prima di salire sulla Gazzella, diretta verso il carcere di Lanusei, c'è stato il tentativo di linciaggio, al grido «assassino» e «bastardo». Due militari sono rimasti feriti nel corpo a corpo ed è servita una carica di alleggerimento per disperdere la gente inferocita. Perché quell'incursione, nell'appartamento al secondo piano di una palazzina, doveva essere evitata. Dopo una relazione burrascosa con Paola Piras e diverse denunce per maltrattamenti e stalking, un mese fa la procura della Repubblica di Lanusei aveva vietato al pakistano di avvicinarsi alla casa dell'ex compagna. Per qualche settimana Masih Shashid non s'è fatto vedere in giro per Tortolì, passando giorno e notte in un capannone industriale doveva aveva organizzato una piccola azienda artigianale. Fino all'alba di martedì, quando dopo aver scalato una grondaia, è entrato nell'appartamento, dove Paola e Mirko dormivano. Stando a una prima ricostruzione, avrebbe sfondato la porta della camera da letto dell'ex compagna e cominciato a colpirla all'impazzata. Le urla disperate hanno subito svegliato Mirko, che è corso fino alla camera a fianco. Il ragazzo s'è gettato addosso all'aggressore, per difendere la madre, con tutte le sue forze. Ha lottato contro chi conosceva da tempo e sapeva essere un pericolo. Fra i due c'è stata una colluttazione, davanti allo sguardo della donna, che era stata già colpita dai fendenti. A mani nude, Mirko ha provato a intercettare un'infinità di coltellate. Con il corpo, ha provato ad evitare che l'aggressore continuasse ad accanirsi sulla madre, ormai in fin di vita sul letto.

Spietato

Ci ha provato, ma anche con lui Masih Shashid è stato spietato, uccidendolo con una coltellata diretta al cuore, sarà la ricostruzione del medico legale. Poi con i jeans e la maglietta sporchi di sangue e col coltello ancora in mano, il pakistano è uscito dalla porta principale della palazzina, mentre poco prima tutto il vicinato era stato svegliato dalle grida della donna e del figlio. È scattato l'allarme, poi c'è stato il via vai delle ambulanze, con purtroppo l'inutile tentativo di salvare la vita a Mirko e il trasferimento di Paola Farci in ospedale, dove i medici hanno dichiarato disperate le sue condizioni. Per ore e ore Masih Shashid è riuscito a sfuggire alla cattura, perché sin dall'inizio e visti i precedenti gli investigatori non hanno avuto dubbi su chi avesse fatto irruzione nell'appartamento. Intorno all'una, dopo una serrata caccia all'uomo, lo hanno rintracciato nascosto fra le auto parcheggiate nel piazzale di un supermercato, con indosso i vestiti sporchi di sangue, ma senza l'arma del delitto.
La notizia dell'arresto, così come quella dell'assalto, in un battibaleno ha fatto il giro del paese. Così quando dalla caserma il pakistano è uscito ammanettato, i carabinieri si sono trovati davanti centinaia di persone, decise a linciare l'assassino. Sono stati attimi carichi di tensione e solo dopo diversi tentativi i carabinieri sono riusciti a disperdere la folla e a trasferire Masih Shashid in carcere. Poco dopo sul sito ufficiale della scuola di Mirko, l'istituto professionale Ianas, è comparso, in segno di lutto, un grande rettangolo nero, accompagnato dalla scritta: «Ciao, nostro piccolo grande eroe. Sarai sempre con noi».

 

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