Miriam Ciobanu, la telefonata (senza risposta) al papà: «Mi ha chiamato alle 3 ma io non l'ho sentita»

La ragazza probabilmente voleva chiedergli di andarla a prendere a casa del fidanzato dopo la litigata ma lui non ha sentito squillare il telefono

Miriam Ciobanu, la telefonata (senza risposta) al papà: «Mi ha chiamato alle 3 ma io non l'ho sentita»
di Maria Elena Pattaro
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Mercoledì 2 Novembre 2022, 12:42 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 07:49

FONTE (TREVISO) - «Quel ragazzo è un incosciente, che non si rende conto del male che ha fatto». Giovanni Ciobanu chiede giustizia per la figlia Miriam Ciobanu, uccisa sulla strada a soli 22 anni, da un ragazzo di appena un anno più grande, che guidava ubriaco e sotto l'effetto di droga. Il pensiero di quel corpo straziato lo perseguita: «Spero almeno che mia figlia non abbia avuto il tempo di soffrire». Ma c'è un altro tarlo che non gli dà tregua: quella telefonata di Miriam ricevuta poco prima delle 3 di notte e che lui non ha sentito. La ragazza probabilmente voleva chiedergli di andarla a prendere a casa del fidanzato dopo la litigata ma lui non ha sentito squillare il telefono. Così lei si è incamminata a piedi, sfidando la notte, senza avvisare nessuno.

Miriam, la telefonata al papà

«Ci eravamo sentiti poco prima di mezzanotte: mi aveva detto che si sarebbe fermata a dormire fuori» - spiega il genitore, con un groppo in gola e gli occhi lucidi. È seduto su una panchina in piazza a Oné di Fonte, accanto all'ex moglie Adriana e ai tanti amici e parenti venuti a portare una parola di conforto. Giovanni, 50 anni e un lavoro da manutentore in una azienda della zona, scorre la cronologia delle chiamate: quella di Miriam è delle 23.39. Di quell'ultima conversazione ricorda le parole esatte della figlia: «Tutto bene papà. Resto a dormire fuori, ci vediamo domani a pranzo. Ti voglio bene». Giovanni non sapeva che quel saluto si sarebbe trasformato in un addio. «Le ho detto di stare attenta, come sempre e poi mi sono addormentato. Lei sapeva che poteva chiamarmi a qualsiasi ora e per qualsiasi cosa. Eravamo molto legati, si fidava di me. Ma la chiamata delle 3 l'ho vista solo stamattina (ieri, ndr)». Nessun messaggio, nessun altro tentativo di mettersi in contatto con i genitori. «Forse non voleva disturbare e ha pensato di tornare a casa a piedi» ipotizza singhiozzando mamma Adriana, cameriera all'Ostaria da Miki, il locale gestito dal compagno. Inutile chiedersi se le cose sarebbero potute andare diversamente: la tragica realtà con cui i genitori si trovano a dover fare i conti è una figlia uccisa sulla strada. «Era il nostro sole: intelligente, determinata, legatissima alla sorella più piccola Charlie (18enne, ndr).

Non ci sono parole per descrivere il nostro dolore» dicono i genitori, che faticano a parlare al passato.

 

La preoccupazione

«Era una ragazza brava: intelligentissima, determinata, si dava da fare. Le volevamo tutti tanto bene» dice mamma Adriana, mentre sfoglia la galleria del cellulare cercando le foto della sua Bibi. Nel suo cuore non c'è spazio per il rancore: «Non servirebbe, tanto nulla mi può restituire mia figlia. È stato un irresponsabile, ma sono pronta a perdonarlo. Quel ragazzo ha già la sua croce, non serve che aggiunga anche la mia. Anzi rivolgo un pensiero sia a lui che alla sua famiglia». Nell'ora più buia, in cui un tragico destino le ha strappato la sua Miriam, mamma Adriana rivolge un pensiero a quella folta schiera di genitori rimasti orfani dei figli, morti sulla strada. «Un pensiero a tutte le creature che hanno passato un simile dolore». Al dolore per la figlia uccisa si aggiunge ora la preoccupazione per l'altra: Charlie Evelyn, 18 anni, rientrata a Fonte da Udine, dove studia in un istituto d'arte, ospitata durante la settimana dai nonni materni. «Erano legatissime: Miriam stravedeva per lei. Si confidavano sempre. Non so come faremo adesso». A consolare i genitori, ieri c'era anche l'ex fidanzato Enrico Pellizzari, 26 anni, di San Zenone. Si erano lasciati da pochi mesi, dopo 5 anni in cui avevano condiviso tutto: «Avevamo deciso di prendere strade diverse ma non riuscivamo a staccarci del tutto». Da un paio di mesi Miriam si frequentava con un ragazzo più piccolo, Tommaso: lunedì notte era a casa sua ed è da lì che si è allontanata a piedi, dopo un litigio. Il ragazzo piange, cammina avanti e indietro, con la testa tra le mani: «Mi tornano in mente tutti i bei momenti di questi cinque anni. Ci eravamo conosciuti grazie ad alcuni amici e ci siamo piaciuti subito». I genitori l'avevano accolta come una figlia: «Era educata, rispettosa, le volevamo tanto bene». «Non meritava questo, non è gusto che sia morta così» sussurra Enrico, tra i singhiozzi, disperato perché ora l'ha persa per sempre.

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