Milite ignoto, la madre riabilitata a Guidonia: «Le intesteremo la via»

La giunta demo-grillina fa dietrofront: la Bergamas non va accusata di fascismo

Milite ignoto, la madre riabilitata a Guidonia: «Le intesteremo la via»
di Mario Ajello
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Mercoledì 16 Marzo 2022, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:02

L’effetto Mattarella ha evitato che venisse fatto un errore a Guidonia. Quello di rifiutare l’intitolazione di una via, nella terza città più popolosa del Lazio, a Maria Bargamas. Ovvero la cosiddetta madre del Milite Ignoto, alla cui memoria poteva essere dedicata una strada - quella era stata la proposta vincitrice in una gara comunale rivolta alle scuole - ma la giunta M5S-Pd ne ha bloccato l’iter in quanto «la Bergamas aveva aderito al fascismo». Esattamente però come la stragrande maggioranza degli italiani negli anni del consenso e senza un suo particolare trasporto ideologico ma da semplice contadina friulana. Niente via per la Bergamas che era una contadina friulana e tutt’altro che ideologica? «Una via l’avrà», si corregge adesso il sindaco grillino Michele Barbet, dopo le polemiche sollevate a livello parlamentare da Forza Italia e da Fratelli d’Italia (il cui capogruppo Lollobrigida ha anche scritto una lettera aperta a Mattarella). 

«La madre era fascista», oltraggio al Milite ignoto. Il Comune di Guidonia ferma l’iter per intitolarle una strada

Ed è felicissimo, per l’esito di questa vicenda su cui ha molto insistito, il sottosegretario forzista alla Difesa, Giorgio Mulè: «Non bisognava restituire dignità a Maria Bergamas ma alla nostra memoria nazionale. Fuori da ogni ideologismo». Anche il ministro della Difesa, il democrat Guerini, è stato coinvolto in questa vicenda e ha assunto una posizione equilibrata e tutt’altro che chiusurista. Il caso Guidonia ha inoltre trovato nel Messaggero, che è stato il primo a sollevarlo, un’attenzione degna di una storia così, che ora si è conclusa con la vittoria del buon senso.

Sembra anche grazie all’interessamento del presidente Mattarella il quale, il 3 novembre 2021, nel centenario del famoso viaggio tra ali di folla della salma del Milite Ignoto dal Friuli verso Roma, per essere deposto nel Vittoriano, andò a rendere onore ai caduti della Grande Guerra nel cimitero di Aquileia e si recò anche sulla tomba di Maria Bergamas morta nel 1954 e lì seppellita. 

La retromarcia

«Rivedremo il regolamento comunale, che la nostra giunta ha ereditato, e in futuro la madre simbolica del Milite ignoto avrà una strada a sua nome»: questa la promessa del sindaco Barbet. Ma ci vorrà tempo perché prima andrà modificato lo statuto. E ancora il sindaco stellato: «La commissione toponomastica del Comune si è espressa contro quella intitolazione per colpa di un regolamento interno molto stringente che non prende in considerazione le storie delle persone che vivevano durante il fascismo». 

Rutelli e Gasparotto

Tra chi giudica positiva la soluzione di questo piccolo grande caso c’è Francesco Rutelli, non solo come conoscitore appassionato di tutte le storie che riguardano Roma e il Lazio ma anche come esponente di quella società civile che mal sopporta un approccio manicheo alla memoria nazionale: «Voglio solo ricordare, a chi riporta tutto al fascismo, che Luigi Gasparotto, il regista nel 1921 della cerimonia in cui la Bergamas indicò quale corpo sarebbe diventato quello del Milite Ignoto e l’organizzatore del viaggio nazional-popolare della salma attraverso l’Italia, è stato l’ultimo ministro della Guerra nell’Italia liberale, poi si sarebbe dimesso da vice-presidente della Camera in polemica con il regime e diventò un demolaburista e radicale. Una figura di enorme rilievo». Che nei governi post-fascisti fu prima ministro dell’Aeronautica e dell’Assistenza post-bellica e primo ministro della Difesa italiano nell’esecutivo De Gasperi. E a Roma, zona Portuense, via Luigi Gasparotto, giustamente, c’è.

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