Milite Ignoto, la seconda gaffe istituzionale: un elmetto francese nella locandina per il 4 novembre

Gli uffici della Difesa si sono già autoassolti spiegando le loro motivazioni

Milite Ignoto, la seconda gaffe istituzionale: un elmetto francese nella locandina
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Giovedì 4 Novembre 2021, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 15:26

Anche nel giorno della commemorazione del centenario del Milite Ignoto, continuano le polemiche sui manifesti realizzati per l'occasione. Dopo l'incredibile gaffe di due settimane fa, quando sulla cartolina commemorativa pubblicata sui canali ufficiali della Presidenza del Consiglio si scoprì la cartina della Colombia al posto di quella della Penisola e un soldato americano della Seconda Guerra mondiale anziché di uno italiano, c'è infatti un secondo errore a far discutere. Sulla locandina del ministero della Difesa che avrebbe dovuto ricordare in tutta la Penisola il Milite Ignoto - oggi è il giorno dell’Unità nazionale e delle Forze armate - non è mai stato affisso. Il motivo? All'apparenza è molto simile a quello di due settimane fa: il soldato rappresentato nella foto ha un elmetto francese, non italiano. In realtà però, gli uffici della Difesa, si sono già autoassolti, spiegando le loro motivazioni.

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La gaffe

Ma andiamo con ordine.

Al netto del perché sia stata compiuta la gaffe, a far discutere è che dopo le polemiche relative alla cartolina, non si è riusciti ad evitarne altri. E il risultato - oltre al fatto che secondo qualcuno una parte locandine sono state bloccate in magazzino - è che il Milite Ignoto, nel giorno dell'Unità nazionale e delle Forze Armate, cioè quando il presidente Sergio Mattarella si è recato al sacrario dell'Altare della Patria dopo 100 anni dall'inumazione, è rimasto più ignoto che mai. 

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La spiegazione

Tuttavia, come riporta l'edizione romana del Corriere, dietro la vicenda non ci sarebbe un errore, ma una necessità. «La nostra campagna non si è mai fermata - precisano informalmente dal ministero della DIfesa - noi non abbiamo ritirato il soldato, anzi è proseguita in queste settimane anche dopo che alcuni collezionisti di cimeli storici avevano segnalato sui social che l’elmetto del milite in questione è francese e non italiano, avendolo riconosciuto dai due rivetti che tengono l’imbottitura del casco».

«La campagna - continuano dal Ministero - si è avvalsa della consulenza del nostro capo degli archivi storici, un generale dell’esercito di tutto rispetto e non voleva farsi gioco di nessuno. L’elmetto in questione è del 1926 ed è un modello Adrian, sì francese, ma durante la prima guerra mondiale i nostri soldati ne avevano uno molto simile che si differenziava da quello nella foto solo per l’assenza dei due rivetti. Il problema qual è? Che per legge non si possono prelevare cimeli storici dai musei per realizzare una campagna, perciò si è lavorato su dei costumi di scena. Il francobollo, la moneta, il manifesto, le pagine pubblicitarie sui giornali sono tutte ispirate alla nostra storia e ai nostri valori, ma non si poteva raggiungere una ricostruzione filologica perfetta per i limiti già detti. L’Adrian della foto è un elmetto finito in Italia dopo i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale però nelle varie clip girate da noi per la campagna c’è sempre la spiegazione precisa relativa ad anfibi, elementi, bandiere della Grande Guerra». In estrema sintesi, dal ministero ritengono di non aver commesso «un errore madornale». Gli appassionati e gli esperti che hanno sollevato la questione sui social però, non le pensano proprio così. 

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