Milano, violenza Capodanno in piazza Duomo, la vittima: «Ero per terra e tutti mi toccavano. Ho pensato di morire»

Milano, violenza Capodanno in piazza Duomo, la vittima: «Ero per terra e tutti mi toccavano. Ho pensato di morire»
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Venerdì 14 Gennaio 2022, 11:12 - Ultimo aggiornamento: 11:54

«Siamo state travolte da quest'orda. Venivamo spinte da dietro, e sbattevamo contro quelli davanti che ci respingevano. Siamo così cascate, e mi sono ritrovata per terra, senza riuscire a rialzarmi e sentendomi soffocare, ho iniziato a pensare di morire. Ero atterrita dalla paura, mentre la mia amica strillava. Io non riuscivo, ero stravolta dalla situazione e mi mancava il fiato». È il racconto di una delle giovani vittime molestate, insieme a tre amiche, in piazza Duomo la notte di Capodanno.

Le sue parole vengono riportate nell'ordinanza con cui il gip di Milano ha convalidato il fermo di un 18enne, cittadino egiziano, e confermato il carcere.  «All'improvviso - racconta la 19enne milanese -, ho sentito questa folla di persone: specifico che intendo dire che ho iniziato a sentire molte mani che mi toccavano da dietro, sulle gambe e il sedere, e una poi in particolare tra le gambe, che mi toccava in modo ripetitivo. (...) Presto siamo state accerchiate, e ci siamo trovate attorniate da persone nordafricane.

In particolare, mi sentivo toccare da quelli dietro di me, mentre altri, posizionati davanti a me, mi davano le spalle e urlavano». 

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Violenza brutale

Mahmoud Ibrahim, il 18enne fermato per le violenze in piazza Duomo a Milano la notte di Capodanno, ha agito dimostrando «una chiara e consapevole adesione al progetto criminoso» del gruppo che ha aggredito quattro ragazze vicino alla galleria, «con una carica di violenza così brutale che solo grazie all'intervento fortuito di alcuni soccorritori non è sfociato in conseguenze ulteriori e più gravi». Lo scrive il gip di Milano Raffaella Mascarino nel provvedimento con cui ha convalidato il fermo per questo episodio e confermato il carcere.  «La mancanza di consapevolezza della gravità di quanto compiuto, dimostrata dal fatto di aver agito in un luogo pubblico, gremito di folla e confermata nel corso dell'interrogatorio, è indice di spiccata pericolosità del soggetto, che, se lasciato in libertà, potrebbe compiere altri delitti della stessa indole, anche sfruttando la forza di intimidazione del violento gruppo di cui fa parte, o anche approfittando di singole situazioni concrete in cui mischiarsi ad altri assalitori per dare libero sfogo ai propri istinti violenti ed alle proprie pulsioni sessuali», aggiunge il gip nell'ordinanza di 19 pagine.  «La spregiudicatezza dell'agire induce dunque a ritenere che Ibrahim, se non sottoposto a misura restrittiva, porrà in essere ulteriori comportamenti violenti connotati dal medesimo disvalore». Il 18enne «agendo con modalità da 'brancò unitamente ad altri soggetti, ha aggredito le persone offese utilizzandole a proprio piacimento e per soddisfare le proprie pulsioni, in spregio a ogni forma di rispetto della persona», conclude il gip Mascarino.  

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