«Non porti il velo, vivi nel peccato», rissa con quattro feriti

«Non porti il velo, vivi nel peccato», rissa con quattro feriti
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Domenica 7 Ottobre 2018, 19:42
MILANO Un insulto, la rissa e anche una lama estratta all’improvviso. «Con te non parlo perché non porti il velo e vivi nel peccato». È questa la frase pronunciata nei confronti di una donna italiana, compagna di un egiziano di venticinque anni dal quale aspetta un bimbo, che sabato sera ha scatenato una rissa (dove è spuntato un coltello) davanti a un palazzo in una zona periferica di Milano dove frizioni e litigi si trascinano da tempo. I quattro protagonisti, tutti egiziani, sono rimasti feriti non gravemente e poi arrestati dai carabinieri.

TENSIONI NEL CONDOMINIO
Tutto comincia attorno alle 21.30 davanti al portone di uno stabile in via Crespi, una traversa di viale Monza. La causa, da una prima ricostruzione, sarebbe stata l’”accusa” di non indossare il velo che il custode, 32 anni, ora in ospedale in osservazione, avrebbe rivolto alla donna, 34 anni, mentre stava rincasando con il fidanzato. Il quale, da quanto riferito, avrebbe reagito con calci e pugni e poi il coltello, con il risultato che pure suo fratello e un amico del portinaio, intervenuti nella discussione, sono rimasti feriti. Secondo quanto ricostruito nello stabile di via Crespi da parecchio tempo tra la coppia italo-egiziana e i condomini ci sarebbero già state frizioni. Ieri poi, a causa delle parole del custode, incensurato, e la reazione del fidanzato della donna all’ottavo mese di gravidanza accusata di «vivere nel peccato» perché senza velo, si è venuti alle mani.

Alla fine il custode del condominio è stato ricoverato al Fatebenefratelli dove tutt’ora si trova in osservazione per tre ferite da arma da taglio al torace e all’addome, mentre l’amico con una ferita lieve al volto è finito al Policlinico da dove è stato dimesso. Anche i due fratelli, che subito dopo l’arrivo del 118 si sono dileguati verso viale Monza, sono rimasti lievemente feriti: uno è stato medicato nei pressi della stazione Turro del metrò dai soccorritori di un’ambulanza, mentre il venticinquenne che avrebbe estratto il coltello (non ancora ritrovato), poco dopo si è recato con la compagna all’ospedale di Sesto san Giovanni per cure mediche.

CASO POLITICO
L’uomo, ritenuto il principale protagonista della vicenda, l’anno scorso era già stato arrestato per rissa e ha precedenti per evasione, resistenza e violenza a pubblico ufficiali e lesioni. Anche la donna, con un lavoro saltuario come domestica, risulta avere piccoli precedenti per violenza e resistenza e secondo la testimonianza del fratello del custode, avrebbe inventato di essere stata accusata per non indossare il velo. Comunque i quattro, tutti regolari, verranno processati per direttissima. La rissa, nel frattempo, si è trasformata in un caso politico. Per la consigliera comunale e regionale del gruppo misto Silvia Sardone, è la prova «che l’integrazione non esiste».

«Tra violenze e atteggiamenti da Islam radicale - rileva - questa zona tra viale Monza e via Padova continua a essere un ghetto di violenza e degrado.
Sarebbe interessante ascoltare gli esponenti della sinistra sempre pronti a glorificare l’integrazione senza accorgersi che nei fatti non esiste e le periferie soffrono di quest’immigrazione senza freni. Cosa ne pensano di questi atteggiamenti da estremisti che portano a risse per strada?». Riccardo De Corato, assessore a Sicurezza, immigrazione e polizia locale del Pirellone ed ex vicesindaco rileva che «a Milano e Lombardia le violenze ai danni di donne di religione islamica sono all’ordine del giorno e la cosa più grave è che tutto questo succede nel totale silenzio delle femministe e della sinistra, che non aprono bocca né scendono in piazza. Siamo davvero curiosi di sapere se il vicesindaco Scavuzzo, da donna, avrà qualche parola da spendere».
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