Migranti, soldi ai Comuni e nuovi corridoi umanitari. Lega a FdI: una legge per stringere i criteri sui permessi di soggiorno

Per arginare i trafficanti, le richieste di asilo saranno accolte dai nostri consolati all’estero

Migranti, soldi ai Comuni e nuovi corridoi umanitari
di Francesco Bechis e Francesco Malfetano
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Martedì 7 Marzo 2023, 01:17 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 12:11

Al tavolo del Consiglio dei ministri di Cutro Giorgia Meloni non arriverà a mani vuote. Vorrà dare lì, con il governo radunato sulle coste calabresi, una risposta all’appello alla concretezza scandito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’apertura ai canali umanitari e l’immigrazione legale che sembra remare in direzione opposta al pressing della Lega in Parlamento per tornare alla linea dura dei decreti sicurezza di Matteo Salvini, come dimostra una proposta di legge presentata dal gruppo leghista alla Camera. In esame proprio giovedì. 

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LA LINEA
A Palazzo Chigi garantiscono che sulla politica migratoria non ci sono divisioni.

E studiano un nuovo pacchetto di misure, discusso ieri pomeriggio in una riunione con il sottosegretario Alfredo Mantovano. Giovedì il governo vorrà lanciare un doppio segnale. Da un lato la mano ferma contro i trafficanti di esseri umani. Niente norme spot, ma una stretta su più fronti, dall’inasprimento delle pene al sequestro delle imbarcazioni. Dall’altro l’impegno per la costruzione di nuovi corridoi umanitari. Il secondo lato della medaglia: un canale migratorio legale, con precedenza a chi ha diritto all’asilo e alla protezione internazionale. Si guarda al modello spagnolo. L’obiettivo, in altre parole, è mettere a disposizione la rete dei consolati italiani nei Paesi di partenza per gestire sul luogo le domande e sottrarre al traffico di esseri umani chi ha diritto ad essere accolto. Meloni ha dato da tempo il suo benestare, anche se rimangono i dubbi della Farnesina sulla logistica di una simile operazione.

È comunque più di un’ipotesi e Palazzo Chigi è deciso a coordinarsi direttamente con la rete consolare per aprire il nuovo canale. Una tutela legale tanto per i richiedenti asilo quanto per l’Italia, spiegano dal governo, ricordando che grazie all’apertura di ambasciate e consolati la Spagna ha evitato di recente una condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) per i respingimenti nello stretto di Gibilterra. Sarà altresì potenziata, nel pacchetto di norme presentato a Cutro, la macchina dell’accoglienza italiana. Sul tavolo l’ipotesi di nuovi fondi ed esenzioni tariffarie per i Comuni più colpiti dal fenomeno (Cutro incluso) sul modello di quanto già fatto per Lampedusa. Insieme al rifinanziamento delle operazioni di ricerca e soccorso della Guardia Costiera. Queste le direttive su cui si ragiona a Piazza Colonna. Con un gioco di sponda a Bruxelles. Nella lettera della presidente della Commissione Ursula von der Leyen in risposta alla missiva di Meloni si leggono i primi segnali di quello che potrebbe trasformarsi in un semaforo verde a un sistema di co-finanziamento, Italia-Ue, del sistema di accoglienza. Con questa convinzione giovedì mattina il ministro Matteo Piantedosi partirà alla volta di Bruxelles per il Consiglio Giustizia e Affari interni (Gai). Un’occasione per rilanciare l’iniziativa dei Med5, i cinque Paesi dell’Europa mediterranea riuniti a Malta questo week end. Corridoi umanitari, potenziamento dei programmi Ue per concedere permessi di lavoro a migranti di Paesi terzi. Ma anche, di nuovo, una revisione delle regole per le Ong nel Mediterraneo. Sono troppo lasche, è la convinzione condivisa, raccontano, dallo stesso direttore di Frontex Hans Leijtens in uno sfogo con alcuni diplomatici nel vertice a La Valletta di sabato. 


Chiusa la missione europea, Piantedosi volerà a Cutro nel pomeriggio per tornare una seconda volta sulla spiaggia del naufragio. Il resto dei ministri viaggerà sull’aereo presidenziale, senza staff al seguito. Uno strappo al protocollo che dà l’idea dell’iniziativa partorita dalla premier alla vigilia del tour internazionale. Più di una visita istituzionale: un ritiro. Magari per meditare su qualche inciampo e scatto in avanti nella maggioranza. Stona con il clima pre-Cutro la proposta di legge depositata alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dal capogruppo della Lega Riccardo Molinari e dal collega Igor Iezzi. Un blitz per ridare vita, almeno in parte, ai decreti sicurezza di Salvini cassati dal governo Conte-bis. A partire da una stretta sui permessi e sulle richieste di protezione così come sui permessi di soggiorno per motivi di lavoro. Un pugno duro che difficilmente troverà sponde a Palazzo Chigi. Il tempismo non è dei migliori. 
 

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