Migranti, sì alla sanatoria con paletti per braccianti agricoli, colf e badanti

Migranti, sì alla sanatoria con paletti per braccianti agricoli, colf e badanti
di Giusy Franzese
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Giovedì 14 Maggio 2020, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 14:07

«Non cè chi ha vinto e chi ha perso. Ha vinto la dignità, il rispetto di persone che vivono in grande difficoltà e potranno incominciare a chiedere tutele nel loro lavoro». Così la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova chiude le polemiche di questi ultimi giorni sulla regolarizzazione dei migranti che hanno tenuto il governo sulla graticola. L'intesa alla fine è arrivata, c'è qualche paletto in più rispetto all'accordo raggiunto domenica notte e poi disconosciuto dai Cinquestelle, ma la sostanza resta: dal primo giugno e fino al 15 luglio una parte consistente dei seicentomila invisibili sul territorio italiano, potrà ottenere un permesso di soggiorno.

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I SETTORI
Si tratta delle persone che hanno lavorato nella raccolta agricola, nelle stalle (allevamento e zootecnia), sui pescherecci, e nelle case di tante famiglie come colf o badanti. Confermato il doppio canale per chiedere il permesso: sarà legato a un contratto subordinato se già c'è un datore di lavoro disposto ad assumerlo oppure a dichiarare la «sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, tuttora in corso» (in questo caso si pagherà 400 euro a lavoratore e un forfait per i contributi pregressi e si potrà sanare anche un rapporto in nero con cittadini italiani); c'è poi la possibilità - per chi non ha un datore di lavoro - di chiedere un permesso temporaneo di sei mesi finalizzato alla ricerca di un regolare contratto (la domanda costa 160 euro). Se lo trova - anche con l'aiuto di una apposita piattaforma di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, che sarà costituita presso l'Anpal - gli sarà convertito in permesso di lavoro. Dalla platea sono fuori gli irregolari che lavorano nell'edilizia, o anche nella logistica. Un'esclusione giudicata incomprensibile da molte associazioni, compresi 250 esperti di immigrazione, riuniti nel gruppo di riflessione Grei250.

DELINQUENTI ESCLUSI
Ma i paletti vanno oltre i settori. La norma vale solo per chi prima dell'8 marzo scorso era già sul territorio italiano, non lo ha lasciato, e lo può dimostrare con «rilievi fotodattiloscopici». Deve poi aver avuto un contratto regolare nel corso del 2019 in uno dei settori previsti e un permesso di soggiorno scaduto tra il 31 ottobre 2019 e il 31 gennaio 2020 e non rinnovato (quelli in scadenza dopo il 31 gennaio sono già stati automaticamente prorogati fino al 31 agosto dal decreto Cura Italia). Sono esclusi dalla regolarizzazione i migranti nei confronti dei quali è stato emesso un provvedimento di espulsione; che risultano segnalati o condannati, anche con sentenza non definitiva, per tutta una serie di reati, dallo spaccio di stupefacenti al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e allo sfruttamento della prostituzione o di minori; o che «comunque siano considerati una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza». Anche i datori di lavoro che negli ultimi cinque anni si sono macchiati degli stessi reati (anche con condanne non definitive) sono esclusi dalla sanatoria. E questo è uno dei punti che ha poi convinto i Cinquestelle riluttanti a dare il via libera alla norma. «Non ci sarà alcuna sanatoria indiscriminata e nessuno rimarrà impunito per reati odiosi come quelli dello sfruttamento e del caporalato» ribadisce il capo politico M5S Vito Crimi in un post su Fb. Inoltre - aggiunge - «nel provvedimento è stato inserito anche il raddoppio delle pene e delle sanzioni per chi viene scoperto con lavoratori in nero». Al di fuori dei casi sopracitati, il datore di lavoro che vuole regolarizzare un rapporto in corso non subirà «procedimenti penali e amministrativi» relativi a quel rapporto.

 

 
 
 
 
 

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