Sicurezza, il Pd vuole riscrivere i decreti: protezione umanitaria e assistenza Sprar

Sicurezza, il Pd vuole riscrivere i decreti: protezione umanitaria e assistenza Sprar
di Cristiana Mangani
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Domenica 3 Novembre 2019, 09:39

Il Partito democratico torna alla carica sul Decreto sicurezza e annuncia che nei prossimi giorni ne chiederà la modifica. Qualcosa, però, che vada oltre i rilievi rappresentati dal Quirinale nei mesi scorsi e che preveda il ripristino di alcune garanzie, soprattutto nei confronti di chi ha diritto alla protezione umanitaria.

I TESTI
Che si tratti di un argomento che sta a cuore a una parte del governo è chiaro da tempo. È stato lo stesso ministro dell'Interno Luciana Lamorgese a spiegare in più occasioni che, a breve, si interverrà «per rendere conformi i testi (dei Decreti Salvini, ndr) in base a tutte le osservazioni che sono arrivate dal presidente della Repubblica». Da quando si è insediata al Viminale, lei non ne ha mai applicato le regole. E lo ha potuto fare proprio sulla base di quanto previsto da quelle stesse norme. Nonostante questo, però, i Dem fanno pressioni sui grillini, ed è facile che da qui alla fine dell'anno qualcosa dovrà cambiare.

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Ieri il segretario Nicola Zingaretti è tornato sull'argomento con un post su Facebook: «Dopo mesi di chiacchiere e bugie sono state rimesse al centro le politiche per la sicurezza - ha scritto -. Ci sono le risorse per il riordino delle carriere, 48 milioni annui per gli straordinari delle forze di polizia, risorse per il rinnovo del contratto. Dopo le bugie di Salvini sui flussi migratori svelate dal ministro Lamorgese, quello di oggi è l'inizio di un nuovo tormentone. La sicurezza la pretendiamo noi del Pd e per fortuna in Italia c'è un nuovo ministro degli Interni».

Le basi per la riscrittura del Decreto sicurezza bis partono dai rilievi fatti dal Colle l'8 agosto scorso, che ha anche ricordato l'obbligo di salvare vite in mare. Tre le modifiche alle quali i tecnici del Viminale e di Palazzo Chigi lavoreranno: sparirà la sanzione da un milione per i comandanti che violano il divieto d'ingresso - introdotta con un emendamento - e si tornerà all'iniziale previsione contenuta nel decreto, con sanzioni da 10 mila a 50 mila euro. Verrà, inoltre, reintrodotta la recidiva per poter confiscare le navi che non rispettano le indicazioni delle autorità e dovranno essere individuati dei criteri per l'applicazione delle sanzioni stesse: tipologia delle navi, condotte poste in essere, presenza o meno di naufraghi a bordo.

Ma non è tutto, perché il Pd intende andare oltre, proprio partendo dagli effetti che il decreto sembra aver prodotto sull'immigrazione. Il provvedimento ha sostanzialmente abolito la protezione umanitaria che è una delle tre forme riconosciute in Italia per le persone straniere in difficoltà. Uno strumento legislativo nazionale che si affianca alle due forme di protezione riconosciute a livello internazionale: lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria. Viene concessa quando non ci sono le condizioni per dare la protezione internazionale, ma ci sono comunque «seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano» per offrire protezione. Ridurne le possibilità di accesso, secondo il Pd, ha generato un maggior numero di clandestini e ha fatto trovare senza più un lavoro chi ieri ne aveva diritto in base allo status ottenuto.

L'ACCOGLIENZA
Altro aspetto sul quale insisteranno i Dem, è il ripristino del sistema di accoglienza Sprar che - «pur con tutti i limiti di alcune gestioni - spiegano - è un sistema che funziona». Inoltre si chiederà di rivedere nel Decreto sicurezza bis quella parte di norma che consente al ministro dell'Interno - di concerto con i ministri dei Trasporti e della Difesa - la chiusura dei porti e il divieto di ingresso alle navi delle Ong, in base a una presunta possibilità che abbiano commesso un reato.

Qualcosa che non spetta a un ministro dell'Interno - viene evidenziato - ma a un magistrato.

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