Nave Alan Kurdi, ok a sbarco due mamme e bimbi ma loro rifiutano. Salvini: «Buon viaggio»

Nave Alan Kurdi, migranti sbarcano a Lampedusa due mamme e due bimbi
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Venerdì 5 Aprile 2019, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 09:48

Possono sbarcare solo i due bimbi - di 11 mesi e di 6 anni - con le loro madri ed una donna incinta. Non i padri. Questa la concessione del Viminale alla Alan Kurdi, la nave umanitaria con 64 migranti soccorsi a bordo giunta ad una decina di miglia da Lampedusa.

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Ma dalla ong Sea Eye non ci stanno: «non separiamo le famiglie. Sarebbe una tortura emotiva». Ed il muro contro muro continua, con il ministro dell'Interno Matteo Salvini che commenta beffardo: «non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino». La Germania, intanto, si è offerta di contribuire all'accoglienza dei naufraghi e la Commissione europea ha preso contatto con gli Stati membri per verificare la disponibilità a farsi carico dei 64. Non si sblocca, dunque, la situazione, nonostante i contatti diplomatici continui tra Italia e Germania. Il Viminale resta fermo sulla sua posizione messa ieri nero su bianco con una nuova direttiva ad hoc: l'ingresso nelle acque italiane della Alan Kurdi è vietato perchè sarebbe un atto «non inoffensivo» e mezzi navali sono allertati per intimare l'alt al comandante se tentasse di violare l'ordine.

 

 
 


Ordine rispettato finora dalla nave tedesca che ha chiesto invano il 'place of safety' al Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera e per tutta la giornata ha continuato a navigare a zig zag a sud est di Lampedusa mantenendosi in acque internazionali, a poca distanza dal limite delle acque italiane (12 miglia dall'isola). La sorte che toccherebbe alla nave se forzasse il blocco e approdasse a Lampedusa sarebbe probabilmente quella sperimentata pochi giorni fa dalla Mare Jonio di Mediterranea saving humans: sequestro da parte della procura di Agrigento e iscrizione nel registro degli indagati dei responsabili della missione. Ecco perchè la Germania sta spingendo per una soluzione di compromesso: far sbarcare i migranti, una parte dei quali sarebbero poi accolti in territorio tedesco. «Confidiamo che ci siano altri Paesi disposti ad accogliere alcune delle persone soccorse», fanno sapere da Berlino. E si è mossa anche la Commissione europea, sul modello di quanto avvenuto per altri soccorsi bloccati in mare dalla politica dei porti chiusi dell'Italia. Bruxelles ha chiesto una cabina di regia di coordinamento tra gli Stati membri disponibili a dare una «prova di solidarietà» e farsi carico ognuno di una quota dei 64. Nel frattempo Salvini è tornato ad accusare la Alan Kurdi che «ha raccolto il suo carico di esseri umani a 25 miglia dalla costa libica e ne ha percorse 172 per avvicinarsi all'Italia, quindi mettendo a rischio la vita di decine di persone» per «un motivo evidentemente economico e politico». Nel pomeriggio il ministro ha dato l'ok allo sbarco dei bimbi e delle tre donne: tre motovedette di Guardia costiera e Guardia finanza sono quindi partite da Lampedusa ed hanno raggiunto la nave. Ma il trasferimento è stato bloccato: «L'accordo con il governo tedesco - fa sapere Sea Eye - era che le famiglie sarebbero state evacuate. Non faremo alcuna separazione familiare». Non solo madri e figli, dunque, ma anche gli altri parenti. Niente da fare, però. Il Viminale non allarga l'offerta. «Forse al ministro Salvini - accusa Nicola Fratoianni (Si) - sfugge che le persone, siano donne, uomini o bambini, non sono pacchi. Forse gli sfugge che separare i bambini dai loro padri o le donne dai loro compagni è una bestialità indegna di un Paese civile». Mentre Mara Carfagna (Fi) si augura che le madri con i loro figli «decidano di scendere al più presto dalla Alan Kurdi. Lo facciano responsabilmente per i loro figli, che non possono essere oggetto di 'negoziatò».

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