LE INDAGINI

Messina Denaro al 41 bis: Nordio firma il decreto. «È in carcere tranquillo e affidato ai medici»

Le notizie in tempo reale sull'arresto del boss dopo 30 anni di latitanza

Messina Denaro, trovato e perquisito il covo del boss

Meloni: «Non è la vittoria della guerra contro la mafia»

«Lo Stato può vincere. Quella di oggi è la vittoria di una battaglia importantissima. Non è la vittoria della guerra contro la mafia, la mafia non è stata sconfitta, ma sicuramente è una vittoria fondamentale: dimostra che si può fare, che le cose si possono cambiare». Lo ha detto il premier Giorgia Meloni, commentando la cattura del boss Matteo Messina Denato, intervistata da 'Fuori dal corò su Retequattro.

Piantedosi: «Escluso che Messina Denaro volesse consegnare»

«Nella maniera più assoluta è stato escluso dagli inquirenti» che Matteo Messina Denaro volesse consegnarsi, «non ci sono retroscena né possibilità che si volesse consegnare per qualsiasi motivo. Si è comportato da latitante fino alla fine». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a Porta a Porta, in onda stasera, smentendo ricostruzioni su una consegna volontaria del capomafia malato.

Chemioterapia in carcere per Messina Denaro

Matteo Messina Denaro comincerà nelle prossime ore, all'interno del carcere di massima sicurezza Le Costarelle dell'Aquila nel quale è rinchiuso da oggi, la somministrazione della chemioterapia per curare il cancro contro il quale combatte da oltre un anno. Nel momento in cui alla Asl provinciale dell'Aquila hanno avuto la certezza del trasferimento, è scattato il complesso protocollo: in queste ore si sta allestendo una stanza ad hoc all'interno dell'istituto di pena per sottoporre il boss mafioso, arrestato ieri a Palermo dopo 30 anni di latitanza, alla chemioterapia.

Mattarella: un grande successo dello Stato

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo i lavori del Consiglio supremo di Difesa, in corso al Quirinale, ha ribadito la soddisfazione per il grande successo dello Stato con l'arresto di Matteo Messina Denaro e ha rinnovato le congratulazioni e la riconoscenza espresse al ministro dell'Interno, all'Arma dei Carabinieri, a tutte le Forze dell'Ordine e alla Magistratura. Il Consiglio si è associato a queste parole. Il Presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato «la coincidenza, altamente significativa, della grande partecipazione popolare a Palermo alle esequie di Fratel Biagio Conte, esempio di solidarietà e dedizione agli altri; partecipazione che manifesta gli autentici sentimenti che animano la società italiana».

Messina denaro al 41 bis, Nordio ha firmato il decreto

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato questa mattina il 41 bis per Matteo Messina Denaro.

La legale (e nipote) di Messina Denaro: «Sorpresa dalla nomina, non me l'aspettavo»

«Sono rimasta sorpresa anche io dalla nomina ricevuta da Matteo Messina Denaro, le dico la verità, non me l'aspettavo. Sono sincera». A parlare con l'Adnkronos è l'avvocata Lorenza Guttadauro, nipote e legale appena nominata dal capomafia di Castelvetrano dopo il suo arresto avvenuto ieri mattina. Lorenza Guttadauro è la figlia di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro, sorella del boss di Castelvetrano. «Ancora non mi è arrivata la notifica ufficiale - dice la legale - Ho ricevuto una telefonata informale in cui mi veniva comunicata la scelta del cliente, diciamo che sono ancora in attesa. Ora devo capire se questa nomina riguarda anche gli altri procedimenti in corso». Non è stata ancora fissata la data dell'interrogatorio di garanzia per l'ex latitante. Intanto, dopodomani, 19 gennaio, è prevista l'udienza all'aula bunker di Caltanissetta che vede imputato Messina Denaro per le stragi mafiose del '92. «Non so ancora se lo rappresenterò anche in quel processo», dice. Finora Messina Denaro ha avuto solo legali d'ufficio. Lorenza Guttadauro è sposata con Luca Bellomo, che nel 2014 era finito in carcere con l'accusa di essere l'ultimo ambasciatore del padrino di Castelvetrano. La professionista ha anche difeso la zia Anna Patrizia, sorella di Messina Denaro, e il fratello Francesco, arrestati con l'accusa di essere il braccio operativo del capomafia.

Preservativi e viagra nel covo di Messina Denaro

Il boss Matteo Messina Denaro avrebbe avuto, durante la sua latitanza, dei rapporti sessuali. È quanto emerge dai profilattici trovati nel covo, nel cuore del centro storico di Campobello di Mazara (Trapani). Insieme con delle pillole che aiutano le prestazioni sessuali. I carabinieri del Ros hanno trovato anche vestiti firmati e molto costosi, diverse ricevute di ristoranti. L'appartamento è intestato ad Andrea Bonafede, il nome usato dal boss durante la latitanza.

Il boss nomina come avvocato difensore la nipote

Il boss mafioso Matteo Messina Denaro ha nominato come avvocato difensore la nipote, Lorenza Guttadauro. La professionista è figlia del cognato dell'ex latitante e nipote di un altro bosso, Giuseppe Guttadauro.

Il favoreggiatore di Messina Denaro parla con i pm

Starebbe parlando con i pm Andrea Bonafede, l'uomo che ha «prestato» l'identità al boss Matteo Messina Denaro. Con i magistrati avrebbe fatto mezze ammissioni dicendo di conoscere il capomafia fin da ragazzo e di essersi prestato a comprare, con i soldi del padrino, la casa in cui questi ha passato l'ultimo anno. L'immobile, in pieno centro abitato, a Campobello di Mazara, risulta intestata infatti a Bonafede. Il geometra risulta indagato per associazione mafiosa.

Trovati due telefoni: uno ce l'aveva addosso, l'altro nell'auto

Sono due i telefoni cellulari trovati a Matteo Messina Denaro, uno il boss l'aveva addosso e l'altro nell'auto. Inoltre, gli è stata trovata anche una piccola agenda di carta, che teneva in tasca.

Messina Denaro «viveva nel covo da almeno sei mesi»

«Matteo Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi. Un appartamento, ben ristrutturato, che testimonia che le condizioni economiche del latitante erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico». Così il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani Fabio Bottino, dopo l'ispezione nel covo dove si nascondeva Matteo Messina Denaro. «Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni».

Chiesto carcere duro per Messina Denaro

Già poche ore dopo l'arresto la Procura di Palermo ha chiesto l'applicazione del regime di carcere duro per il capomafia di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. L'istanza è stata inviata al ministero della Giustizia. Il provvedimento dei pm porta la firma del procuratore Maurizio de Lucia e dell'aggiunto Paolo Guido. Il boss ha nominato come sua legale la nipote Lorenza Guttadauro, nipote anche del capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro.

Procuratore Palermo: «E' stato ambasciatore nelle relazioni con il mondo esterno»

«Le relazioni esterne di Cosa nostra non sono un tema di oggi e Matteo Messina Denaro ne è stato un rappresentante, una sorta di 'ambasciatorè nelle relazioni con il mondo esterno. Non dimentichiamo che importanti esponenti politici di qualche anno fa, uno in particolare, non solo è stato arrestato ma è stato di recente condannato per associazione mafiosa. Il livello di cointeressenza di Cosa nostra con altre strutture esterne nel trapanese è particolarmente sviluppato». Lo ha detto il Procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia, intervenendo a Sky Tg24.

 

Un appartamento "normale".

Non ha nulla del bunker la casa dove Matteo Messina Denaro ha vissuto, ipotizzano gli inquirenti, per gli ultimi sei mesi, nel paese di Campobello, a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di tutta la famiglia del boss. «Una casa ben arredata, con oggetti di lusso, intestata al signor Bonafede (la stessa identità usata per il ricovero in clinica)», fa sapere il colonnello Bottino.

Indagato il medico che aveva in cura Andrea Bonafede

Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell'ambito dell'arresto del super latitante. Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. Tumbarello sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell'asistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l'ex studio del medico che è stato anche interrogato.

Mafia, Nordio: «​Inizio della fine? Dipende da leggi e uso tecnologie»

«È stato finalmente arrestato l'ultimo dei protagonisti della stagione delle stragi. Con questo arresto si chiude la fase più cruenta e sanguinaria. È la fine di un inizio, poi che sia l'inizio della fine dipende da molto, non solo dalla legislazione ma anche dall'uso che faremo di queste nuove tecnologie per combattere la mafia». Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha risposto a Radio 24 alla domanda se con la cattura di Matteo Messina Denaro sia stato saldato il conto con le vittime della mafia

Gli investigatori: «Il covo? L'abitazione di una persona normale»

Il covo del latitante? «L'abitazione di una persona normale». Con queste parole gli investigatori che hanno perquisito il covo del boss mafioso Matteo Messina Denaro hanno definito il luogo in cui l'ex latitante avrebbe trascorso l'ulòtimo periodo della fuga trentennale. All'interno dell'appartamento, nel centro di Campobello di Mazara (Trapani), sono stati trovati abiti di lusso, profumi ricercati ma non sono state trovate, al momento, armi. Sul luogo i Ris dei Carabinieri.

Nel carcere de L'Aquila detenuti in regime di 41 bis

Il supercarcere aquilano accoglie reclusi in regime di 41 bis, il «carcere duro» .All'Aquila sono stati ospitati detenuti «eccellenti» condannati per reati di mafia, come Leoluca Bagarella - sta scontando l'ergastolo per strage -, Raffaele Cutolo della nuova camorra organizzata, Francesco Schiavone detto Sandokan (esponente dei Casalesi), esponenti del clan siciliano dei Madonia e, in ultimo, Felice Maniero della cosiddetta Mala del Brenta, detto «faccia d'angelo», all'Aquila in regime di semilibertà. All'Aquila ha fatto tappa in alcune occasioni anche Totò Riina.

Le immagini del covo di Messina Denaro

 

 

Messina Denaro trasferito in Abruzzo: ipotesi carcere a L'Aquila

È sbarcato ieri sera con un volo militare all'aeroporto di Pescara il boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo l'arresto avvenuto a Palermo. L'ipotesi più accreditata, come anticipato da La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell'Aquila poichè è una struttura di massima sicurezza, ha già ospitato personaggi di spicco ed anche perchè nell'ospedale del capoluogo c'è un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte, o in una caserma o nei vari penitenziari della zona. Secondo quanto si è appreso, autorità ed istituzioni sarebbero state allertate.

Nordio: «Giornata molto bella per la giustizia italiana»

«È stata una giornata molto bella per la giustizia italiana, un doveroso omaggio alla magistratura di Palermo e a tutte le forze dell'ordine, in particolare i Ros». Lo afferma Carlo Nordio, ministro della Giustizia, intervenuto a "Radio 24 in 24 Mattino", all'indomani dell'arresto di Matteo Messina Denaro.

Campobello, il covo a 8 chilometri dal paese di origine di Messina Denaro

Campobello è a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia. L'individuazione del covo e la sua perquisizione sono tappe fondamentali nella ricostruzione della latitanza del capomafia. E non solo. Diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Reina, documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell'arresto, fatti sparire perchè la casa, a differenza di ora, non venne perquisita.

 

Nel covo non sono state trovate armi

Non sono state trovate armi, come apprende l'Adnkronos, nel covo del boss Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara, nel trapanese. I carabinieri del Ros hanno perquisito il covo per tutta la notte.

Nel covo abiti firmati e arredamento "ricercato"

Nel covo del boss Matteo Messina Denaro, a Campobello di Mazara (Trapani), i Carabinieri del Ros hanno trovato molti abiti di lusso, firmati, diversi profumi, anche questi di lusso, e un arredamento definito «ricercato». È ancora in corso la perquisizione.

Ros perquisiscono il covo di Messina Denaro

È durata tutta la notte la perquisizione del covo del boss Matteo Messina Denaro, scoperto dai carabinieri del Ros e dalla Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia dopo ore di ricerche. La casa usata dal boss è stata individuata a Campobello di Mazara. Alla perquisizione ha partecipato personalmente il procuratore aggiunto Paolo Guido che da anni indaga sull'ex latitante di Cosa nostra. L'edificio, che si troverebbe nel centro abitato, è stato setacciato palmo a palmo.

 

 

Trovato il covo del boss: è a Campobello di Mazara

I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato, ieri, alla clinica Maddalena di Palermo. È a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia. Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, è nel centro abitato. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

Arrestato dopo 30 anni di latitanza il boss della mafia Matteo Messina Denaro. «Sono io», le prime parole ai carabinieri del Ros che lo hanno fermato in una clinica privata di Palermo, dove era in cura da un anno per un tumore, registrato sotto falso nome. Il blitz deciso tre giorni fa dopo mesi di analisi delle telefonate dei familiari. Messina Denaro è stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, oltre che per le stragi del '92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del '93 a Milano, Firenze e Roma.

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