Evidentemente aspettavano questo momento da anni. Da quando, nel 2013, la super poliziotta che li aveva arrestati nel 2007 era stata indagata per il complotto ordito contro una psicologa nominata dal tribunale dei minori nell’ambito di una controversia con il suo ex marito. E ora che Monica Napoleoni, ex capo della squadra Omicidi della questura di Perugia, per quella vicenda è stata condannata a 3 anni e 3 mesi, Raffaele Sollecito e Amanda Knox, condannati tre volte e poi assolti in via definitiva per l’omicidio di Meredith Kercher, si sono presi la loro rivincita via social. Alla notizia della condanna del sostituto commissario, Sollecito ha affidato a Facebook di prima mattina la sua rivalsa. «Capo della squadra omicidi quando indagarono nel caso Kercher – ha scritto ieri -... poi in tribunale per anni mi sono sentito dire che sono persone oneste ed encomiabili». Un post che ha ottenuto oltre un centinaio di like e una decina di condivisioni, ma che ha fatto rumore soprattutto a Perugia, dove la storia della morte di Meredith è ancora una ferita aperta. Una storia vissuta in maniera quasi viscerale, con la fine della vicenda giudiziaria che non è mai stata del tutto digerita in città. Come Amanda non ha ancora digerito quell’arresto, arrivato cinque giorni dopo la morte della sua coinquilina, trovata accoltellata nella casa che le due giovani dividevano in via della Pergola. Chiamata in questura come persona informata sui fatti, fu arrestata insieme a Sollecito qualche ora dopo.
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Accuse per cui si è sempre dichiarata innocente ma per cui è stata condannata in primo grado dal tribunale di Perugia, mentre è stata assolta per le scritte offensive che la psicologa aveva trovato sull’auto della figlia e vicino al suo ufficio. Una vicenda esplosa a febbraio 2013, quando Napoleoni venne indagata, ironia della sorte giusto pochi giorni prima che la Corte di cassazione riaprisse il processo Kercher, annullando l’assoluzione in appello dei due ex fidanzati. Che chissà cosa diranno se il secondo grado dovesse assolverla.
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