Melegatti, lo stabilimento riapre con 35 operai: il pandoro è salvo

Melegatti, lo stabilimento riapre con 35 operai: il pandoro è salvo
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Lunedì 19 Novembre 2018, 17:34 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 12:33
Sono terminate lunedì le operazioni di cessione della Melegatti da parte della curatela del Tribunale di Verona e oggi lo stabilimento riparte con 35 dipendenti a tempo indeterminato, per lo più ex lavoratori dello storico brand, ai quali seguiranno nei prossimi mesi ulteriori assunzioni. 

«Terminate le procedure di acquisto saremo ancora più concentrati sul ritorno del tradizionale pandoro e panettone Melegatti sulle tavole degli italiani. Abbiamo puntato molto sullo sviluppo del territorio e sulla valorizzazione delle sue competenze. Ora la nostra presenza a Natale sarà importante perché dimostra la concreta volontà di ripartire con la tradizione, la qualità e il prestigio di un marchio dolciario unico in Italia e nel mondo», dichiara Giacomo Spezzapria, presidente di Melegatti.


Il pandoro veronese, con 124 anni di storia, è stato acquistato dalla famiglia di Spezzapria, l'imprenditore veneto che con il figlio Giacomo punta a rivitalizzare lo storico marchio dolciario italiano che rischiava di scomparire definitivamente. Nel frattempo la società «Sominor srl» si è trasformata in «Melegatti 1894 Spa» e sono stati formalizzati gli incarichi all'interno del consiglio di amministrazione. Spezzapria è il presidente della Melegatti e Denis Moro è l'amministratore delegato. Ammonta a 13,5 milioni di euro il costo d'acquisto della società veronese.

Melegatti ra fa parte di un gruppo alimentare assieme a tre società di packaging, la vicentina «Eriplast», la trentina «Fucine Film» e la modenese «Albertazzi G.».
L'integrazione verticale della filiera alimentare consentirà economie di scala e ampliamento di competenze.


 
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