Giugliano, calci e pugni al medico che ha rifiutato certificato. Sanitari aggrediti, in tre anni 4.800 episodi: il 71% sono contro donne

La professione più colpita è quella dei tecnici della salute, in cui si concentra più di un terzo dei casi

Giugliano, calci e pugni al medico che ha rifiutato certificato. Sanitari aggrediti, in tre anni 4.800 episodi: il 71% sono contro donne
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Venerdì 10 Marzo 2023, 13:34 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 09:34

Ennesimo episodio di violenza contro un sanitario. Un noto medico di medicina generale di Giugliano è stato aggredito dinanzi al suo studio dal parente di un paziente. È quanto denuncia sulla pagina social l'associazione «Nessuno tocchi Ippocrate». Tutto ha avuto inizio quando nello studio del dottore si è presentato un paziente, accompagnato da un suo familiare, che avrebbe chiesto un certificato di guarigione. Un certificato che il medico di base non avrebbe potuto redigere perché il paziente era stato dimesso dal pronto soccorso di un ospedale napoletano. Al diniego il professionista è stato aggredito ma il responsabile è ancora in corso di identificazione. Il medico è stato soccorso dagli altri pazienti presenti nello studio che hanno allertato il 118 e le forze dell'ordine.

Giugliano, medico picchiato

Secondo quanto precisato successivamente dai carabinieri, nello studio del medico si sarebbero recati un uomo ed una donna di circa 20 anni che avrebbero richiesto la certificazione per un loro congiunto. Il professionista è stato aggredito a calci e pugni e poi si sono allontanati.

Sul posto sono giunti i carabinieri della locale Compagnia e la vittima si riserva di sporgere querela

Sanitari aggrediti, è allarme

Picchiati, insultati, aggrediti. La vita lavorativa di infermieri e operatori sociosanitari è sempre più esposta a episodi di violenza. Nel triennio 2019-2021 sono stati accertati più di 4.800 casi di violenze e aggressioni contro gli operatori sanitari, per una media di circa 1.600 l'anno. La maggior parte avviene in case di cura e ospedali; e a essere più colpite sono le donne, con il 71%. L'analisi della Consulenza statistico attuariale Inail è stata presentata in occasione della seconda edizione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione del 12 marzo. 

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I dati sugli infortuni in occasione di lavoro accertati dall'Istituto e codificati come aggressioni e minacce nei confronti del personale sanitario, nel triennio 2019-2021 sono stati più esattamente 4.821. Quasi quattro su 10 nella fascia 35-49 anni. Il 37% è concentrato nel settore assistenza sanitaria, che include ospedali, case di cura, istituti, cliniche e policlinici universitari, il 33% nei servizi di assistenza sociale residenziale, che comprendono case di riposo, strutture di assistenza infermieristica e centri di accoglienza, mentre il restante 30% ricade nel comparto dell'assistenza sociale non residenziale.

Il 71% ha riguardato le donne, mentre per entrambi i generi si rileva che il 23% dei casi interessa gli operatori sanitari fino a 34 anni, il 39% quelli da 35 a 49 anni, il 37% da 50 a 64 anni e l'1% oltre i 64 anni. Oltre un terzo riguarda infermieri ed educatori professionali.

Sanitari aggrediti: i tecnici della salute i più esposti

La professione più colpita è quella dei tecnici della salute, in cui si concentra più di un terzo dei casi. Si tratta prevalentemente di infermieri, ma anche di educatori professionali, normalmente impegnati in servizi educativi e riabilitativi con minori, tossicodipendenti, alcolisti, carcerati, disabili, pazienti psichiatrici e anziani all'interno di strutture sanitarie o socio-educative. Seguono, con il 29% dei casi, gli operatori socio-sanitari delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali e, con il 16%, le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati, soprattutto operatori socio-assistenziali e assistenti-accompagnatori per persone con disabilità.

Più distaccata, con il 3% dei casi di aggressione ai danni del personale sanitario, la categoria dei medici, che non include però nell'obbligo assicurativo Inail i sanitari generici di base e i liberi professionisti.

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