Università, numero chiuso a Medicina: i non ammessi vincono il ricorso collettivo. «Svolta storica». Cosa cambia

Università, numero chiuso a Medicina: i non ammessi vincono il ricorso collettivo. «Svolta storica». Cosa cambia
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Mercoledì 9 Giugno 2021, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 16:34

Presto avremo più medici in Italia  grazie ad una vittoria legale storica: quella per un ricorso collettivo contro il numero chiuso negli accessi alla facoltà di medicina. Il Consiglio di Stato si è recentemente espresso  infatti su un gruppo di studenti che avevano fatto ricorso per essere ammessi in diverse facoltà italiane, dalla Sapienza all’Università della magna Grecia da Tor vergata dalla Bicocca di Milano a quella di Firenze. Questi studenti potranno essere adesso regolarmente iscritti, mentre finora avevano frequentato le lezioni da iscritti “con riserva”. «Una sentenza storica», commenta Massimo Tortorella di Consulcesi, alla guida del pool di avvocati  che ha assistito gli studenti, «il Consiglio di Stato ammette che il numero di posti per entrare a medicina era inferiore al fabbisogno».

LA SENTENZA - Una sentenza storica per chi vuole studiare Medicina.

La recente pandemia ha reso  ancora più evidente a tutti quanto ci sia bisogno nel nostro paese di medici e quanto invece il numero chiuso abbia negli anni limitato la formazione di nuovi camici bianchi bianchi.  E la sentenza 3902/21 del 20.05.2021 del Consiglio di Stato pela chiaro : ammette in via definitiva a Medicina chi ha fatto ricorso, accogliendo l’appello contro la negativa sentenza del TAR che invece aveva bloccato questa iscrizione, in virtù del riconoscimento di una chiara mancanza generale: ovvero un numero non consono di posti per il fabbisogno nazionale e precisando peraltro la legittimità dei ricorsi collettivi che era stata messa in dubbio da una giurisprudenza minoritaria. 

«Questa sentenza non è un caso isolato – commentano i legali del network Consulcesi e dello studio legale Tortorella,  –  la decisione definitiva del Consiglio di stato  non è un caso isolato: molti ricorsi stanno seguendo la stessa strada, è importante essere consapevoli dell’importanza di procedere al Consiglio di Stato per fare in modo che anche per altri ragazzi si inneschi il medesimo meccanismo».

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