Migranti, Piantedosi alle Camere: «Dramma per una virata degli scafisti». Domani Cdm a Cutro

Tra le norme in arrivo, un’aggravante al reato di immigrazione clandestina

Migranti, Piantedosi alle Camere: «Dramma per una virata degli scafisti». Domani Cdm a Cutro
di Francesco Malfetano
5 Minuti di Lettura
Martedì 7 Marzo 2023, 20:45 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 09:46

«La tragedia di Cutro è stata provocata dal comportamento criminale degli scafisti». È da poco passata l’una quando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi fornisce alla Camera dei deputati la sua versione su quanto è accaduto sulle coste calabresi nella notte tra il 26 e il 27 febbraio. Parole che, nella mente dell’esecutivo, servono a «chiudere qui le polemiche» perché da domani, nel cdm che si terrà in Calabria, «è l’ora dei fatti». Sulle norme al momento la sola certezza è che arriverà l’annunciata stretta sui trafficanti di essere umani. In particolare con l’introduzione di un aggravante in caso di naufragio dell’imbarcazione. Al momento infatti i trafficanti vengono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con aggravanti che riguardano il numero di persone imbarcate, la presenza di armi, un trattamento dignitoso a bordo o la messa a rischio dell’incolumità dei passeggeri. Non c’è però oggi un accrescimento della responsabilità in caso di naufragio e morte dei migranti a bordo. Ipotesi di reato di cui potrebbe quindi rispondere Gun Ufuk, turco di 28 anni, il quarto scafista ritenuto dalla Procura di Crotone uno dei responsabili della traversata, rintracciato ieri in Austria.

Matteo Piantedosi, la brusca virata degli scafisti e l'Sos tardivo: cosa sappiamo sulla tragedia di Cutro

Non solo linea dura però.

Il governo lavora anche allo snellimento delle procedure per chi ha le carte in regola per arrivare in Italia. Anche qui le ipotesi sono molte: da nuovi corridoi umanitari (anche con i fondi Ue) all’aumento delle quote per gli arrivi regolari, dai fondi ad hoc per i comuni per l’attività di controllo e di inclusione al rafforzamento dei centri di accoglienza e dei Cpr. Inoltre non si esclude la possibilità di insistere sulla costituzione di hotspot nei paesi di partenza. In attesa che il cdm spazzi via le polemiche, ieri Piantedosi ha fondato la difesa dell’esecutivo sulle colpe dei trafficanti (che come anticipato ieri dal Messaggero, secondo le ricostruzioni dell’esecutivo hanno azzardato una virata fatale), sulle responsabilità di Frontex (da cui «non è arrivata nessuna richiesta di soccorso») e, a posteriori, sul fraintendimento in cui sono incappate le parole del titolare del Viminale: «Non volevo colpevolizzare le vittime del naufragio e il governo non ha in alcun modo impedito i soccorsi».

L’intervento del ministro è durato poco più di venti minuti, densi degli avvenimenti che sono costati la vita a 72 migranti. Partendo dall’imbarco di Cesme, in Turchia, è arrivato a quando «una brusca virata» necessaria per evitare l’approdo in una zona popolata (e quindi evitare i controlli) ha causato l’urto con una secca e la rottura dello scafo. A quel punto, dopo una chiamata alle 4 del mattino arrivata dall’imbarcazione, l’avvio dei soccorsi. Ma le due unità navali della Guardia di finanza «sono state costrette a rientrare in porto per le pessime condizioni del mare, confermando il quadro non relativo ad eventuali criticità dell’imbarcazione». 

 

LA DINAMICA

Per le opposizioni - imbufalite perché il ministro fa anche un elenco delle tragedie del mare avvenute durante altre legislature, lanciando quasi un j’accuse - la dinamica non è ancora chiara. Peppe Provenzano del Pd cita un vecchio intervento di Giorgia Meloni e chiede che «il governo sia accusato di strage». Elly Schlein e Giuseppe Conte invece che sia la premier a riferire in Aula. Matteo Renzi incalza: «Se la GdF esce per un’operazione di polizia e poi deve tornare indietro perché c’è mare alto, non capisco perché poi la Guardia Costiera non parta per andare a salvare vite umane». Al contrario per il governo è tutto chiarito. Non c’è quindi più motivo di tenere atteggiamenti “tiepidi” nei confronti di Piantedosi. Tant’è che palazzo Chigi - subito dopo un faccia a faccia tra Meloni e il vicepremier Matteo Salvini in cui quest’ultimo ha frenato il pressing dei suoi per i decreti sicurezza - per la prima volta interviene con una netta presa di posizione al fianco del ministro leghista.

«Il naufragio non può essere responsabilità della Guardia Costiera né della Guardia di Finanza che hanno operato con correttezza» recita la velina. «Come ha sottolineato il ministro Piantedosi, non ci sono state carenze nelle operazioni di soccorso». Pace sembra fatta in pratica. Anche se ieri il colpo d’occhio dell’Aula aveva lasciato qualche perplessità. La fotografia dei banchi del governo infatti raccontava che accanto a Piantedosi si fanno trovare solo in tre: Luca Ciriani, Roberto Calderoli e Paolo Zangrillo (a cui poi si aggiunge Carlo Nordio). Uno per partito di maggioranza. Nessun vicepremier né tanto meno la presidente del Consiglio. «Agende fitte» spiega più d’uno. Ma la realtà è che oggi la photo opportunity non è all’ordine del giorno. Lo sarà domani, a Cutro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA