Sergio Mattarella a Casal di Principe: «Crudeltà in chi ha strappato alla vita Francesco Pio»

Il Capo dello Stato si trova in Campania per la Giornata in memoria delle vittime di mafia

Mattarella a Casal di Principe: «Crudeltà in chi ha strappato alla vita Francesco Pio»
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Martedì 21 Marzo 2023, 15:44 - Ultimo aggiornamento: 17:34

Il presidente della Repubblica Mattarella a Casal di Principe ricorda le vittime della mafia e interviene sull'omicidio di Francesco Pio. «Oggi l'Italia ricorda tutti i caduti per mano della mafia, della camorra, della 'ndrangheta. Tra le vittime anche bambini, uccisi per errore o per vendetta. Ancora ieri, a Napoli, un ragazzo di 18 anni è stato ucciso quasi a caso, con una crudeltà che gli ha sottratto il futuro, lasciando nella disperazione i suoi familiari». Queste le parole del Capo dello Stato Sergio Mattarella, intervenendo a Casal di Principe, nell'anniversario dell'uccisione di don Giuseppe Diana, alla celebrazione della Giornata in memoria delle vittime di mafia.

Mattarella e la frase sull'«indifferenza che si avvicina alla complicità»

Il Capo dello Stato punta il dito contro l'indifferenza e la accosta alla complicità. «La lotta alle mafie riguarda tutti, ciascuno di noi. Non si può restare indifferenti, non si può dire: non mi riguarda. O si respingono con nettezza i metodi mafiosi o, anche inconsapevolmente, si rischia di diventarne complici. Battere la mafia è possibile. Lo diceva Giovanni Falcone: "La mafia non è affatto invincibile". È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine»

Don Peppe Diana, Mattarella ai giovani: «Siete la generazione della speranza»

«Dovete essere fieri di vivere in questa città che ha saputo avere questa rinascita. Ricordate sempre che siete la generazione della speranza quella cui don Diana ha passato testimone della legalità».

Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella nella sua visita a Casal di Principe.

«Dovete avvertire l'orgoglio di essere concittadini di Don Diana. Dovete rifiutare, fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo, che sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa», ha aggiunto Mattarella.

«Al presidente Mattarella abbiamo mostrato il luogo del martirio, la sacrestia in cui fu ucciso don Diana, e lui è rimasto molto colpito e ha posto parecchie domande sulla vita prima di morire di don Peppe. Poi ci ha ringraziato per tutto ciò che abbiamo fatto per alimentare la memoria di don Diana». Lo racconta don Franco Picone, vicario della Diocesi di Aversa (Caserta) presente alla chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, di cui è parroco, dove fu ucciso nel 1994 don Diana, e dove il capo dello Stato si è recato.

All'esterno della chiesa c'erano tanti bimbi festosi delle scuole elementari e materne, tra cui quelli della scuola della parrocchia; tutti avevano in mano le bandierine tricolori e i più piccoli hanno intonato l'inno di Mameli, con Mattarella che fuori dal protocollo si è fermato un attimo per ascoltare. Ad attendere il presidente della Repubblica all'interno c'erano il Vescovo di Aversa Angelo Spinillo, don Franco Picone e i due sacerdoti, don Carlo dell'Aversana e don Armando Broccoletti, che firmarono il manifesto di don Peppe «Per amore del mio popolo», in cui il sacerdote incitava la gente a ribellarsi al dominio della camorra. I due sacerdoti hanno raccontato di don Peppe prima della morte, «del suo coraggio nel denunciare e nel non darla vinta alla camorra». «A Mattarella - aggiunge Picone - abbiamo mostrato l'albero della vita montato sul crocifisso al centro dell'altare, che ha voluto significare la rinascita dopo l'omicidio. Mattarella ci ha ringraziato più volte per essere riusciti a valorizzare questo territorio tanto martoriato».

«La visita alla tomba di Don Diana è stata molto emozionante. Al presidente Mattarella ho detto che abbiamo una storia in comune visto che entrambi abbiamo sorretto i nostri fratelli mentre morivano. E lui mi ha risposto: "Io ti conosco"». Lo ha detto Augusto Di Meo, testimone oculare dell'omicidio di don Diana, parlando con i giornalisti all'esterno dell'istituto tecnico Guido Carli di Casal di Principe, dove il presidente Mattarella ha tenuto la seconda tappa della sua visita sulle orme del sacerdote ucciso dalla camorra. «Ho consegnato - ha aggiunto Di Meo - una lettera al presidente Mattarella per dirgli che dopo 29 anni non sono stato ancora riconosciuto dallo Stato come testimone di giustizia, e lo dico non solo per me, ma anche per questo territorio, perché se non ci fosse stata la mia denuncia oggi non staremmo qua»

Mattarella, il pranzo alla Nco: il ristorante in un bene confiscato

Pranzo al ristorante Nco (Nuova cucina organizzata), realizzato in un bene confiscato alla camorra, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al termine della sua visita a Casal di Principe. I gestori del ristorante - che hanno preparato un menù con le eccellenze enogastronomiche tipiche del Casertano, dalla bufala dop al maialino nero passando per la melannurca e le fragole - regaleranno al presidente anche il "pacco alla camorra", una confezione di generi alimentari prodotti su terreni e beni confiscati ai clan.

«Siamo felici ed orgogliosi - scrivono in una nota i ragazzi del ristorante Nco - della visita del Presidente Mattarella a Casal di Principe. La sua presenza oggi ha un significato fortemente simbolico e ci incoraggia ulteriormente a continuare il cammino. Grazie Presidente. Casal di Principe ha bisogno di lei e del suo prestigioso interessamento, e deve andare oltre la repressione e costruire un nuovo orizzonte». I ragazzi si soffermano poi sulle criticità del territorio. «È necessario salvaguardare, proteggere e rilanciare gli allevamenti bufalini, così come affrontare con spirito costruttivo e non punitivo la questione delle case abusive nate da anni di assoluto abbandono del territorio da parte dello Stato; ciò significa garantire un futuro dignitoso al nostro territorio oltre i disastri prodotti dai camorristi. Non bisogna nascondere i problemi ma affrontarli per quello che sono».

«Da grande vuoi fare il medico? Bravo, oggi più che mai è una professione molto importante». Così il capo dello Stato Sergio Mattarella si è rivolto, durante il pranzo al ristorante Nco, gestito dalla coop sociale Agropoli e realizzato su un bene confiscato, al 16enne Francesco Rocco Capasso, che lo scorso anno vinse le Olimpiadi di Italiano nella categoria Junior Area Liceale. «Il Presidente - racconta l'adolescente del posto - mi ha fatto domande sul futuro e io gli ho detto che farò il medico».

Al tavolo con Mattarella c'erano il sindaco di Casal di Principe Renato Natale, il prefetto Giuseppe Castaldo e in rappresentanza del mondo del terzo settore c'era Enzo Abate dell'associazione la Forza del Silenzio, che a Casal di Principe gestisce beni confiscati nei quali cura, assiste e dà lavoro a ragazzi autistici. Poi, oltre al giovane Francesco Rocco Capasso, c'era anche la 18enne Maria Zagaria, alfiere della Repubblica nominata da Mattarella, che quando aveva 12 anni scrisse una lettera al sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, affinche fosse aperta una Biblioteca civica in città. «Mattarella - racconta Enzo Abate - ha grande capacità di ascolto e soprattutto conosce molto bene le criticità connesse all'autismo ma anche al riutilizzo dei beni confiscati». Dopo il pranzo, poco prima delle 14, il prsidente ha lasciato il ristorante e Casal di Principe.

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