Mascherine, non le porteremo più all'aperto ma resta l'obbligo in locali e negozi: le regole

Via la mascherina (dal 28 giugno o a inizio luglio) ma sarà necessario averla sempre con sé: le nuove regole
di Alberto Gentili
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Lunedì 21 Giugno 2021, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 09:47

È il giorno del verdetto per mascherine all’aperto. Su richiesta di Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza, il Comitato tecnico scientifico (Cts) oggi pomeriggio deciderà sull’abolizione dell’obbligo di indossare fuori casa il dispositivo di protezione personale. E valuterà la possibilità di dare il via libera ai balli nelle discoteche, aperte da qualche giorno ma solo per le consumazioni al bar e al ristorante. Ebbene, con l’Italia da oggi al 99% in zona bianca (Valle d’Aosta esclusa) e con i dati sui contagi e sulle terapie intensive in costante miglioramento, il Cts dovrebbero dire sì per le mascherine e chiedere un nuovo time-out per le discoteche.

Il D-day non segnerà però una liberazione completa dal dispositivo di protezione che segna la vita degli italiani dal marzo dello scorso anno. Il via libera del Cts allo stop della mascherina all’aperto sarà “condizionato”. E se non sarà il Comitato a indicare una data, sarà il governo in settimana a farlo: si parla di lunedì 28 giugno, quando anche la Valle d’Aosta sarà entrata in zona bianca, oppure del 1 luglio o del 5 luglio per valutare meglio il rischio rappresentato dalla variante Delta.

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Le condizioni del Cts 

Il dispositivo di protezione personale non finirà comunque nel cassetto. Fonti dell’esecutivo che seguono il dossier, danno per certo il Cts «fisserà indicazioni ben precise, stringenti». Ciò significa che gli italiani dovranno continuare a tenere la mascherina in tasca o al braccio quando escono dalla propria abitazione. E dovranno indossarla in tutti i casi in cui, anche all’aperto, ci saranno «rischi di assembramento» e non sarà perciò garantito il distanziamento. Ciò varrà anche per i luoghi della movida.

Con un problema: i controlli, non semplici, da parte delle forze dell’ordine.

La mascherina resterà obbligatoria inoltre in tutti i luoghi aperti al pubblico, come uffici, negozi, centri commerciali, bar, ristoranti, autobus, etc. E dovrà essere indossata anche quando si va a un concerto, a un evento sportivo, a uno spettacolo, a una fiera o a un parco di divertimento. Pure in quelli all’aperto, per i quali resteranno validi i protocolli fissati dal Cts. «Quando si va allo stadio o a un concerto o in una fiera o in un luna-park», viene spiegato in ambienti di governo, «si formano code all’ingresso, oppure non si riesce a garantire il distanziamento sugli spalti o tra i sedili per gli spettatori o tra gli stand o le giostre. Ebbene, in questi casi la mascherina resterà obbligatoria».

Nel Cts c’è chi vorrebbe legare l’abolizione dell’obbligo della mascherina all’aperto alla percentuale della popolazione vaccinata. Ma questa tesi sembra destinata a cadere. «L’obbligo decadrà in tutte le Regioni bianche», dice una fonte di governo, «il numero dei vaccinati non può essere determinante per decidere sulle mascherine, tanto più che ormai oltre 30 milioni di italiani hanno ricevuto almeno la prima dose e dunque un cittadino su due, considerando che chi ha meno di 12 anni non può essere vaccinato, ha ricevuto Pfizer, Moderna, AstraZeneca o J&J».

L'attenzione per il turismo

Non si andrà insomma tanto per il sottile, anche perché con la campagna vaccinale che avanza nonostante la «confusione» denunciata dal premier Draghi, il governo vuole assolutamente rendere più “allettante” l’Italia agli occhi dei turisti stranieri. Seguire le orme di Francia, Germania, Belgio e Spagna, che hanno già tolto l’obbligatorietà delle mascherine all’aperto, è diventato una sorta di imperativo. Tanto più che dal 1° luglio entrerà in vigore il “digital green pass” europeo: la certificazione che consentirà ai turisti di muoversi liberamente all’interno dei confini dell’Unione per chi è vaccinato, chi ha fatto il tampone (risultato negativo) nelle ultime 48 ore, oppure chi è guarito dal Covid.

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Per le discoteche, si diceva, non sarebbe invece ancora matura la decisione. Il Cts, da ciò che filtra, sarebbe orientato a prendersi ancora un po’ di tempo per completare la valutazione sulla possibilità di dare il via libera ai balli e completare i protocolli. Ma c’è chi non esclude che alla fine il Comitato proprio oggi possa dare il via libera anche a questo settore, a condizione che i clienti siano dotati del green pass. Il pressing del centrodestra di governo, Matteo Salvini in testa, va infatti avanti da settimane. E il pragmatico Draghi, se può, dribbla le polemiche.

 

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