Potrà finalmente tornare a casa e trascorrere le festività di Pasqua in serenità Marta Novello, la ragazza di Mogliano Veneto (Treviso) accoltellata da un 15enne mentre faceva jogging nel quartiere Marocco della città. La 26enne si è risvegliata dal coma riprendendo a respirare autonomamente, lo scorso 24 marzo, dopo due interventi chirurgici e a sole 48 ore dall'aggressione. Oggi la giovane studentessa potrà finalmente riabbracciare il padre, la madre e il fratello minore mentre tutta la città di Mogliano le manifesta il proprio affetto e davanti all'ospedale appare uno striscione di buona guarigione. L'ottima ripresa di Marta ha reso possibile le sue dimissioni in un tempo inizialmente non immaginabile: a meno di due settimane dala brutale aggressione di via Marignana. Ora la sue cure proseguiranno nell'abitazione di famiglia.
La convalescenza in ospedale
Quando Marta è stata ricoverata d'urgenza in rianimazione, le sue condizioni erano gravissime.
Quando ha riaperto gli occhi, ha chiesto subito ai sanitari: «Dove sono i miei genitori?». Poi ha visto accanto a sé mamma Chiara e papà Luigi, commossi e felici. Distesa su un letto d'ospedale, dolorante per le ferite e intontita dai farmaci, si è comprensibilmente inquietata: «Cos'è successo?» ha chiesto. Marta ha avuto anche la forza di affrontare tre ore di interrogatorio con i carabinieri e il pubblico ministero, raccontando la sua versione. Oggi finalmente le dimissioni dall'ospedale.
Treviso, ragazza accoltellata da un 15enne è cosciente e parla con i genitori
Le indagini
Nel frattempo il suo aggressore resta nel carcere minorile di Santa Bona, mentre procedono le indagini della Procura veneziana e dei carabinieri, con le diverse valutazioni psicologiche in corso in questi giorni per tentare di chiarire appieno il movente che ad oggi resta misterioso. Gli investigatori contano di scoprire qualcosa in più analizzando cellulare e computer del ragazzo, ed ipotizzano un assalto a scopo di rapina. Ma i dubbi continuano ad essere tanti, vista anche l'efferatezza dell'aggressione consistita in una ventina di fendenti, tanto che l'avvocato Matteo Scussat delinea già un abbozzo di difesa che sembra aprire la strada alla valutazione sulla capacità di intendere e di volere del suo assistito: «Quale che sia il movente e l'evento scatenante, modalità e circostanze dell'azione fanno pensare ad un disagio, ad un disturbo che andrà indagato».