Marmolada, allarme di Legambiente: «È un decimo di 100 anni fa, scomparirà entro il 2040»

Il dato allarmante arriva della "Carovana dei Ghiacciai" il progetto di Legambiente in partnership del Comitato glaciologico

Marmolada, il ghiacciaio potrebbe scomparire entro 15 anni
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 13:56

A guardare i dati sembra un destino già scritto. La Regina delle Dolomiti, il ghiacciaio della Marmolada potrebber scomparire già nel 2040, tra 15 anni. Il dato allarmante arriva della "Carovana dei Ghiacciai" il progetto di Legambiente in partnership del Comitato glaciologico Italia che monitora lo stato di salute dei ghiacciai dell'arco alipino, per misurare le conseguenze del cambiamento climatico.

Plastico dell'arretramento del ghiacciaio della Marmolada (Museo di Geografia - Università di Padova)

E, dai dati raccolti, proprio la Marmolada sembra essere quello più in pericolo: oggi il ghiacciao è un decimo di 100 anni fa. In un secolo ha perso il 70% della sua superficie e il 90% di volume. Un'emergenza silenziosa che ha conquistato le prime pagine dei giornali lo scorso 3 luglio quando un enorme seracco si è staccato dalla parte sommitale della montagna travolgendo un gruppo di alpinisti e uccidendo 11 persone. «Non devono essere episodi di cronaca a ricordarci che siamo in piena emergenza» dice la ong.  

Marmolada, una montagna in pericolo 

Nell'attribuire la causa dello scioglimento alla crisi climatica, Legambiente spiega che il ritiro del ghiacciaio della Marmolada «ha mostrato una progressiva accelerazione, tanto che negli ultimi quarant'anni la sola fronte centrale è arretrata di più di 600 metri provocandone una risalita in quota di circa 250 metri» scrivono da Legambiente. Il motivo di questa accellerazione, secondo gli esperti è la forte inclinazione del pendio roccioso oltre all'apertura di un grande crepaccio che ha "spaccato" il ghiacciaio in due unità. Poi c'è l'aumento anomalo della temperatura dovuto al cambiamento climatico, che fa fondere il ghiaccio e aumenta la circolazione dell'acqua all'interno, innescando processi erosivi.

Marmolada: il ghiacciao è un decimo rispetto a 100 anni fa. Nell'arco alpino le temperature stanno crescendo a una velocità doppia rispetto alla media globale.

Per dare un'idea, a fine luglio, lo zero termico è stato registrato da MeteoSvizzera sulle Alpi svizzere a 5184 metri: di norma tra il 1991 e il 2020 la quota era fissata intorno ai 2600 metri.

 

Il Ghiacciaio della Marmolada «è un fondamentale termometro dei cambiamenti climatici per la sua rapida risposta anche alle piccole variazioni di precipitazioni e temperatura» spiega Aldino Bondesan, del Comitato Glaciologico Italiano e dell'Università di Padova. Bondesan sottolinea che fenomeni come quello dello scorso 3 luglio sono comuni in montagna, tuttavia «Ciò che desta maggior preoccupazione è la progressiva accelerazione del ritiro glaciale: se saranno confermati gli attuali andamenti anche nei prossimi anni, è molto probabile che il ghiacciaio della Marmolada scompaia prima del 2040» 

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«Basta considerare la montagna un luna park»

Al centro di questi dati c'è una domanda che resta aperta: quanto di questi fenomeni è imputabile all'attività umana? O, in altre parole, cosa possiamo fare per invertire la rotta o quantomeno contenere il fenomeno che si sta verificando? Alle cause profonde, globali, del cambiamento climatico si aggiunge infatti anche un problema di sfruttamento turistico degli ambienti alpini. Questi dati ci ricordano che le montagne sono giganti imponenti ma fragili, che dobbiamo imparare a tutelare di più, come spiega Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente: «Occorre più consapevolezza di quel che sta accadendo e soprattutto un nuovo rapporto tra uomo-natura. Basta considerare la montagna come un luna-park e basta infrastrutturazione a tutti i costi, utile invece pensare a questa come uno straordinario spazio di sperimentazione della sostenibilità».

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