Marmolada rischio nuovi crolli, chiuso tutto il massiccio. La rabbia dei parenti delle vittime: «Era pericoloso, perché li avete fatti salire?»

Scattano le verifiche sulle condizioni delle vette in diverse regioni. 'L'idea di una bandiera rossa in caso di pericoli

Marmolada rischio nuovi crolli, chiuso tutto il massiccio. La rabbia dei parenti delle vittime: «Era pericoloso, perché li avete fatti salire?»
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 07:01 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 09:41

Perché domenica li avete lasciati salire? Perché non li avete avvertiti del pericolo? Le domande dei parenti dei dispersi della Marmolada ieri risuonavano a Canazei, dove il sindaco Giovanni Bernard ha firmato un'ordinanza che dispone la chiusura a tempo indeterminato di tutti gli accessi al ghiacciaio per ragioni di sicurezza. Dopo l'immane tragedia di domenica scorsa, la progressiva riduzione dei ghiacciai, a causa dell'innalzamento delle temperature, rappresenta un richiamo ad aumentare il livello di attenzione. Lunedì, in Valle d'Aosta, è scattato l'allarme per il rischio di crolli dal ghiacciaio di Planpincieux, sul versante italiano del Monte Bianco. Il Comune di Courmayeur ha disposto l'evacuazione di un'area della Val Ferret. L'allarme, per fortuna, è poi rientrato. Ma in tutte le Regioni del Nord, dal Piemonte alla Lombardia, per fare due esempi, si sta rafforzando la sorveglianza.

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ALLARMI
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, in una intervista, ha proposto: «Resto personalmente convinto che sia necessario affinare il sistema di monitoraggio per essere nelle condizioni di impedire l'accesso al ghiacciaio quando le condizioni non lo consentono.

Un po' come succede con la bandiera rossa al mare». Ma la riflessione corre su due binari: l'allarme per la progressiva riduzione dei ghiacciai da una parte, su cui bisogna vigilare per evitare altre sciagure; dall'altra, l'evento di domenica scorsa, sul quale ora i familiari delle vittime e dei dispersi ripetono domande pesanti come pietre, anche se la procura di Trento sostiene che si è trattato di «un evento imprevedibile» e che va esclusa la «negligenza». Chiede Luca Miotti, fratello di Davide che risulta disperso insieme alla moglie Erika Campagnaro: «Davide, guida alpina con trent'anni di esperienza, non sarebbe mai partito se avesse saputo che c'era un pericolo. Alle istituzioni chiediamo risposte. Non riusciamo a capire se fosse stato emanato un bollettino il giorno prima, anche se leggiamo dai giornali che qualcuno aveva già segnalato lo scorrere dell'acqua sotto il ghiacciaio. Sarebbe stato sufficiente magari informare il giorno precedente sull'ipotetico rischio». Debora è la sorella di Erika Campagnaro, dispersa insieme al marito: «Perché nessuno ha diffuso un avviso sabato, perché nessuno ha avvertito che c'era l'acqua che scorreva sotto il ghiacciaio? Perché non hanno fermato le persone? Perché le hanno lasciate andare? Se c'è una responsabilità, andremo fino in fondo».

 


RITARDI
Resta la necessità di rafforzare l'opera di monitoraggio dei ghiacciai alla luce degli effetti del cambiamento climatico. Su questo, parlando dal Mozambico dove era in viaggio, ha detto il presidente Mattarella: «La tragedia della Marmolada rappresenta un elemento simbolico di quello che il cambio climatico, se non governato, sta producendo nel mondo. Ci sono Paesi che non si impegnano su questo fronte che riguarda tutti». Sorveglianza delle montagne: in Piemonte domani presenteranno un protocollo d'intesa tra vari enti per rendere sempre più efficaci le verifiche. «Ma non interveniamo sull'onda del dramma della Marmolada racconta l'assessore all'Ambiente, Matteo Marnati - noi vigiliamo da sempre sui nostri ghiacciai, come quelli del Monte Rosa o del Monviso. E con l'aumento delle temperature dobbiamo fare attenzione anche al pericolo della valanghe. Di certo, è necessario rafforzare un sistema di sensoristica per un aggiornamento in tempo reale della situazione che regoli gli accessi».


EFFETTI
In Lombardia l'assessore alla Montagna è Massimo Sertori: conosce bene il tema visto che è stato presidente della Provincia di Sondrio. «Per noi il monitoraggio dei ghiacciai è costante, c'è in atto un restringimento che è iniziato da decenni. Lo zero termico è salito di quota e questo ha delle conseguenze evidenti. In Valtellina abbiamo anche fatto sperimentazioni sia per limitare sia per controllare il fenomeno. L'innalzamento delle temperature sta causando due emergenze, collegate tra loro: da una parte la riduzione della neve, dall'altra la drammatica siccità di questi giorni». Proprio in Lombardia il direttore della società Sifas, che gestisce gli impianti sciistici dello Stelvio, Umberto Capitani, racconta: «Sicuramente il ghiacciaio si è ritirato, così come anche altri negli ultimi anni, ma la situazione anche se seria non è drammatica, le condizioni non sono pericolose. Siamo rimasti l'unico ghiacciaio dedicato allo sci estivo in Italia. La situazione è cambiata negli anni sia in inverno, dove sono mancati almeno 2 metri di neve, sia d'estate con le temperature sempre più elevate: lo zero termico si raggiunge sopra i 4 mila metri, non più ai 3.500. E quest'estate, a causa del grande caldo, il ghiacciaio ha l'aspetto che normalmente avrebbe nel mese di agosto».

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