Marco Carta assolto, le magliette «erano un regalo di compleanno a sorpresa»

Marco Carta assolto, per i giudici le magliette erano un regalo di compleanno a sorpresa
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Martedì 19 Novembre 2019, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 17:10

La prova della colpevolezza del cantante Marco Carta nella vicenda del furto delle sei magliette alla Rinascente è «insufficiente e contraddittoria». È valida, invece, la ricostruzione alternativa della vicenda, ovvero che a rubare le t-shirt fu l'infermiera Fabiana Muscas che voleva fare un «regalo di compleanno» al suo amico 34enne.

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È la sintesi delle motivazioni della sentenza del giudice di Milano Stefano Caramellino che ha assolto «per non avere commesso il fatto» l'ex vincitore di Amici e di Sanremo, dall'accusa di avere rubato sei magliette, valore 1200 euro, alla Rinascente. Carta fu arrestato dalla polizia locale lo scorso 31 maggio, sulla soglia del grande magazzino a due passi dal Duomo, insieme a Muscas.


I due avevano fatto shopping in occasione del 'Black friday' (Carta ha effettivamente acquistato dei costumi di bagno) ma, all'uscita, la placca flessibile all'interno delle t-shirt, a cui era stato tolto l'antitaccheggio, ha attivato l'impianto di sicurezza. Nelle motivazioni, 34 pagine, si legge anche che quando furono fermati i due ammisero il furto a un vigilante del grande magazzino. Quest'ultimo, sentito poi come teste dagli agenti della Polizia locale, mise a verbale: «La coppia uscita su pubblica via veniva invitata a rientrare all'interno del negozio. Il duo acconsentiva e una volta rientrato ammetteva il furto facendo vedere il contenuto della borsa, dalla quale si scorgevano le maglie ancora trafugate». Queste ultime affermazioni, però, sono state considerate dal giudice «gravemente inattendibili, perché descrivono fatti materiali incompatibili con quanto obiettivamente emerso dalle registrazioni video». Nel processo per direttissima il giudice Caramellino - lo stesso che lo ha assolto - non ha convalidato l'arresto di Carta, ma solo quello della donna, trovata in possesso della refurtiva. Entrambi sono andati a processo insieme a settembre, ma le due posizioni sono state separate e la donna - che si è assunta tutta la responsabilità dell'accaduto- ha chiesto di essere ammessa all'istituto della messa alla prova, ovvero di potere svolgere lavori di pubblica utilità. Il giudice ha reputato attendibile il movente dichiarato da Muscas: voleva fare un regalo di compleanno al suo amico, che aveva compiuto gli anni il 21 maggio, dieci giorni prima. «Il movente dichiarato da Fabiana Muscas (…) corrisponde a una eventualità non certo remota né congetturale», si legge.

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