Manuel, ucciso a 18 anni: pena confermata ai baby killer. La madre: «Mai detta tutta la verità»

Manuel, ucciso a 18 anni: pena confermata ai baby killer. La madre: «Mai detta tuitta la verità»
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Giovedì 12 Marzo 2020, 20:51 - Ultimo aggiornamento: 20:54

Meno di un'ora. Tanto ha impiegato la sezione minori della Corte d'Appello di Cagliari a confermare la condanna a 16 anni nei confronti dei due giovanissimi, lei 18enne lui 19enne, accusati di aver partecipato al barbaro omicidio di Manuel Careddu. In un palazzo di giustizia praticamente deserto, blindato per le norme anticontagio varate contro l'epidemia di coronavirus, si è presentato solo uno degli imputati - entrambi minorenni all'epoca dei fatti - nell'aula della Corte presieduta da Giovanna Osana. La ragazzina, invece, ha rinunciato a comparire restando nel carcere minorile di Roma per evitare a lei e agli agenti i disagi legati alla trasferta: tutti, tornati nella penisola, si sarebbero dovuti mettere in quarantena. La Corte ha quindi accolto la richiesta di conferma integrale della sentenza di primo grado della pg Liliana Ledda, respingendo invece le istanze dei difensori Giancarlo Frongia e Gianfranco Siuni che si erano spesi per far cadere la premeditazione e ottenere uno sconto di pena. Per entrambi gli imputati l'accusa è di aver pianificato e preso parte, con gli altri del branco, all'imboscata che l'11 settembre 2018 è costata la vita al 18enne di Macomer: Manuel sarebbe stato prima attirato in una trappola con la scusa che gli sarebbero stati dati i 400 euro che chiedeva per aver venduto tempo prima dell'hascisc alla ragazza, quindi portato sulle rive del lago Omodeo e ucciso con colpi di vanga e piccone.

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Poi il corpo sepolto in un terreno nell'oristanese e ritrovato un mese più tardi. Assieme ai due minorenni, avrebbero agito altri tre maggiorenni di Ghilarza (Oristano): Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta, tutti già condannati in primo grado. Il primo, fidanzato della ragazzina e presunto esecutore materiale, ha avuto l'ergastolo, agli altri due sono stati inflitti 30 anni e 16 anni e 8 mesi di reclusione. «Ci speravo che la sentenza venisse confermata, ma ero un pò in ansia. Ora sono soddisfatta, sono sicura però che questi ragazzi non abbiano detto tutta la verità». Fabiola Baraldi, la mamma di Manuel, non è scesa a Cagliari per la lettura della sentenza e commenta così, al telefono da casa con l'ANSA, il verdetto. «Di bugie questi ragazzi ne hanno dette tante. Secondo me - spiega - tutta la verità non è stata detta perché non posso credere che mio figlio sia stato ucciso per un debito di 400 euro. Non so cosa sia stato detto a Christian Fodde per fargli entrare il demone dentro». Soddisfatto anche l'avvocato Lucano Rubattu, che assiste la donna.

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«La Corte ha confermato la robustezza delle prove di colpevolezza, travolgendo le bugie offerte dagli imputati come tesi alternative», sottolinea il legale di parte civile.

Attendono invece le motivazioni della sentenza i due difensori, che non nascondono la propria delusione. «Una decisione che sorprende», afferma Frongia, mentre il collega Siuni già annuncia ricorso per Cassazione: «Ritengo ci siano tutti i presupposti per far cadere la premeditazione e il concorso nell'omicidio volontario. È stata un'azione improvvisa e imprevedibile, partorita - chiarisce - solo dalla testa di Fodde».

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