Manduria, le frasi choc dopo le sevizie al 66enne: «Era un passatempo»

Manduria, le frasi choc dopo le sevizie al 66enne: «Era un passatempo»
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Domenica 28 Aprile 2019, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 20:03

Violenti per gioco o per noia. Avevano preso di mira un pensionato che aveva problemi psichici, viveva da solo, appariva indifeso, succube, e non reagiva alle provocazioni. Per loro era diventato uno zimbello da deridere. Solo due dei 14 giovani indagati per la morte del 66enne di Manduria (Taranto) che ha subito per anni violenze in stile «Arancia meccanica» hanno precedenti. Gli altri vivono in contesti familiari definiti «normali», quasi tutti frequentano ancora la scuola, e, stando alle dichiarazioni dei loro legali, ora si dicono pentiti di quello che hanno fatto. 

Dodici minorenni tra i 16 e i 17 anni e due maggiorenni di 19 e 22 anni sono indagati dalla procura dei minori e della procura ordinaria per i reati di di omicidio preterintenzionale, stalking, lesioni personali, rapina, violazione di domicilio e danneggiamento. L’inchiesta che ha sconvolto la comunità di Manduria, comune del versante orientale tra i più grandi della provincia di Taranto, riguarda la morte di Antonio Cosimo Stano, ex dipendente dell’Arsenale militare deceduto il 23 aprile scorso a distanza di 18 giorni dal suo ricovero nell’ospedale cittadino, dopo essere stato sottoposto a due interventi chirurgici. I giovani, secondo gli inquirenti, durante gli assalti nell’abitazione dell’uomo e per strada si sarebbero ripresi con i telefonini mentre sottoponevano la vittima a violenze con calci, pugni e persino bastoni, per poi diffondere i video nelle chat di Whatsapp.

LE IMMAGINI
Uno di questi video, della durata di 15 secondi, adesso circola anche su Facebook e ritrae uno dei ragazzi che umilia la vittima. Il pensionato pronuncia una frase in dialetto: «Miliardi ti personi ci sono e ieni sempri ddo mei?» (miliardi di persone ci sono e vieni sempre da me?). E il bullo lo picchia e lo spinge con violenza facendolo cadere per terra, mentre altri giovani ridono. 

Per il presidente dell’Ordine degli Psicologi della Puglia Antonio Di Gioia filmare e condividere i filmati «serviva evidentemente a rinforzare il loro l’appagante sensazione di prevaricazione». I componenti della baby gang, che si facevano chiamare «gli orfanelli», si erano accaniti contro il pensionato, che soffriva di un disagio psichico ed era incapace di difendersi e di reagire. Loro lo chiamavano «il pazzo del Villaggio del fanciullo», dal nome dell’oratorio annesso alla chiesa di San Giovanni Bosco che si trova davanti alla sua abitazione. 

LA RAPINA
Qualche giorno prima del suo ricovero, i bulli lo avrebbero percosso sottraendogli 300 euro. L’uomo, visibilmente provato, non dormiva e non si alimentava da giorni. Il medico legale di Bari, Liliana Innamorato, che venerdì ha eseguito l’autopsia, ha chiesto 60 giorni di tempo per il deposito della relazione. Dovrà accertare l’esistenza di affezioni patologiche e dire «se le stesse possano essere state causate, concausate o aggravate da fatti traumatici, anche di natura psichica» subiti dalla vittima. I magistrati inquirenti probabilmente già nei prossimi giorni interrogheranno gli indagati. In paese ci si continua a interrogare sulla vicenda, sul come sia potuto accadere che nessuno abbia fermato prima quella spirale di violenza. Uno dei minori coinvolti si sarebbe giustificato sui Social network scrivendo di aver preso parte a quei raid «per passare il tempo, per gioco».

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