Madre coraggio fu uccisa, arrestato il mandante dopo 14 anni

Fu uccisa perché denuncio i pedofili, mandante arrestato 14 anni dopo: è un boss
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Venerdì 19 Ottobre 2018, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 16:26

Quelle violenze ai danni di bambini di una scuola elementare emersero quando alcune mamme iniziarono a raccontare quanto a loro volta avevano ascoltato dai figli. Storie talmente incredibili da risultare all'inizio perfino frutto della fantasia. Purtroppo però era tutto vero. Era il 1997 quando furono svelati i contorni di una delle vicende più tristi vissute in provincia di Napoli. 
 


Sevizie e abusi ai danni di bambini di un istituto nel cosiddetto rione dei Poverelli a Torre Annunziata. Violenze consumate da un gruppo composto da quasi venti persone negli scantinati della scuola o in strutture vicine, con la complicità di personale in servizio nell'istituto e il silenzio di tanti. Tra le mamme che ebbero il coraggio di raccontare le violenze subite dai loro figli, c'era anche Matilde Sorrentino. Divenuta poi «mamma coraggio» dopo quel terribile 26 marzo 2004, quando fu ammazzata con sei colpi di arma da fuoco. Le indagini all'epoca portarono all'arresto di Alfredo Gallo, considerato da tre gradi di giudizio il killer dell'allora 49enne, e per questo condannato all'ergastolo. Quattordici anni dopo gli inquirenti hanno dato un volto e un nome anche al mandante di quell'omicidio: è Francesco Tamarisco, oggi 45 anni, capo del clan dei «Nardill». L'uomo è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata ed emessa dal gip della città oplontina su richiesta della locale Procura. «L'omicidio di Matilde Sorrentino - dice il procuratore di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico - alla luce delle complessive emergenze investigative e probatorie, rappresentò l'epilogo tragico di una delle più gravi vicende criminali verificatesi sul territorio di Torre Annunziata».

La vicenda è quella della scoperta di un'organizzazione di pedofili, venuta alla luce grazie alla denuncia di tre mamme, i cui figli erano caduti in questa rete. Le dichiarazioni di queste donne, a cominciare da Matilde Sorrentino, vennero acquisite sia durante le indagini preliminari, sia nelle udienze celebrate al tribunale di Torre Annunziata. Al termine di quel processo di primo grado, il 9 giugno 1999, vennero condannati con pene detentive 17 dei 19 imputati. Tra questi c'era anche Francesco Tamarisco, poi assolto in appello. Tra gli episodi di cronaca legati a quel terribile fatto, anche i due omicidi, avvenuti a distanza di appena 12 ore l'uno dall'altro, tra il 26 e il 27 luglio 1999. Coinvolti due ritenuti tra i partecipanti alle rete di pedofili svelata dalle indagini, Ciro Falanga e Pasquale Sansone, il primo titolare di un bar, il secondo bidello nella «scuola degli orrori», che nel frattempo erano stati rimessi in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare nonostante fossero stati condannati rispettivamente a 15 e 13 anni di reclusione.Quelle violenze ai danni di bambini di una scuola elementare emersero quando alcune mamme iniziarono a raccontare quanto a loro volta avevano ascoltato dai figli. Storie talmente incredibili da risultare all'inizio perfino frutto della fantasia. Purtroppo però era tutto vero.

Era il 1997 quando furono svelati i contorni di una delle vicende più tristi vissute in provincia di Napoli. Sevizie e abusi ai danni di bambini di un istituto nel cosiddetto rione dei Poverelli a Torre Annunziata. Violenze consumate da un gruppo composto da quasi venti persone negli scantinati della scuola o in strutture vicine, con la complicità di personale in servizio nell'istituto e il silenzio di tanti. Tra le mamme che ebbero il coraggio di raccontare le violenze subite dai loro figli, c'era anche Matilde Sorrentino. Divenuta poi «mamma coraggio» dopo quel terribile 26 marzo 2004, quando fu ammazzata con sei colpi di arma da fuoco. Le indagini all'epoca portarono all'arresto di Alfredo Gallo, considerato da tre gradi di giudizio il killer dell'allora 49enne, e per questo condannato all'ergastolo. Quattordici anni dopo gli inquirenti hanno dato un volto e un nome anche al mandante di quell'omicidio: è Francesco Tamarisco, oggi 45 anni, capo del clan dei «Nardill». L'uomo è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata ed emessa dal gip della città oplontina su richiesta della locale Procura. «L'omicidio di Matilde Sorrentino - dice il procuratore di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico - alla luce delle complessive emergenze investigative e probatorie, rappresentò l'epilogo tragico di una delle più gravi vicende criminali verificatesi sul territorio di Torre Annunziata».
La vicenda è quella della scoperta di un'organizzazione di pedofili, venuta alla luce grazie alla denuncia di tre mamme, i cui figli erano caduti in questa rete. Le dichiarazioni di queste donne, a cominciare da Matilde Sorrentino, vennero acquisite sia durante le indagini preliminari, sia nelle udienze celebrate al tribunale di Torre Annunziata. Al termine di quel processo di primo grado, il 9 giugno 1999, vennero condannati con pene detentive 17 dei 19 imputati. Tra questi c'era anche Francesco Tamarisco, poi assolto in appello. Tra gli episodi di cronaca legati a quel terribile fatto, anche i due omicidi, avvenuti a distanza di appena 12 ore l'uno dall'altro, tra il 26 e il 27 luglio 1999. Coinvolti due ritenuti tra i partecipanti alle rete di pedofili svelata dalle indagini, Ciro Falanga e Pasquale Sansone, il primo titolare di un bar, il secondo bidello nella «scuola degli orrori», che nel frattempo erano stati rimessi in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare nonostante fossero stati condannati rispettivamente a 15 e 13 anni di reclusione.

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