Discute per un posto auto, poi il malore: così è morto Emanuele Coccia. «Fatale la lite con i vicini»

L'indagine a Torre Annunziata: sotto accusa due coniugi

Discute per un posto auto, poi il malore: così è morto Emanuele Coccia. «Fatale la lite con i vicini»
di Dario Sautto
4 Minuti di Lettura
Domenica 16 Ottobre 2022, 09:45 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 18:11

Una lite banale per l’utilizzo di un parcheggio avvenuta all’interno dell’appartamento di villeggiatura causò un malore e la morte dell’ex ufficiale dell’Aeronautica. La Procura di Torre Annunziata ha chiuso le indagini e chiede il processo per Pietro C. e Maria B., due coniugi di 53 e 59 anni residenti a Pomigliano d’Arco, accusati di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi. L’episodio si è verificato ad Agerola a fine agosto di due anni fa, quando perse la vita Emanuele Coccia, 72enne di Castellammare di Stabia, ex ufficiale e ingegnere in pensione, da anni residente nella cittadina dei Lattari e conosciuto da tutti come Lellè. Una tragedia che inizialmente sembrava legata a problemi di salute, ma che le indagini – condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata – hanno portato a collegare solo ed esclusivamente a quel litigio con i due turisti pomiglianesi in vacanza ad Agerola.

Lite per il parcheggio disabili. Invalida insultata urta il furgone. Indagano i carabinieri

Tutto accadde domenica 23 agosto 2020, quando il personale del 118 fu chiamato per prestare i soccorsi ad un anziano in un appartamento di via Coppola, nei pressi di piazza Generale Avitabile, nella frazione San Lazzaro ad Agerola.

Giunti sul posto con un’ambulanza, però, i medici non poterono far altro che constatare il decesso del 72enne, probabilmente a causa di un infarto. Pur abitando proprio in quel palazzo, però, Coccia non era all’interno della sua abitazione e pochi minuti prima aveva avuto un’accesa discussione con un vicino di casa, un villeggiante che insieme alla moglie aveva scelto Agerola per trascorrere l’intero mese di agosto. Così sul posto intervennero anche i carabinieri della stazione di Agerola e della compagnia di Castellammare di Stabia, per effettuare alcuni accertamenti e avviare le indagini. Allertata, la Procura di Torre Annunziata decise di aprire un fascicolo d’inchiesta e di sequestrare la salma per effettuare l’autopsia. Nel frattempo, furono ascoltati diversi testimoni e gli stessi turisti, dispiaciuti per l’accaduto: assidui frequentatori di Agerola, conoscevano da anni Lellè Coccia. Dall’esame autoptico, è emerso che Coccia abbia perso la vita «proprio in conseguenza dello stress fisico conseguito alla lite», come relazionato dal medico legale Sergio Infante. Riscontrate anche alcune lesioni – in particolare una lividura sul braccio – ricondotte alla lite con la coppia di pomiglianesi.

Il vicino parcheggia le sue 9 auto davanti casa (e non le sposta mai). Lei organizza una vendetta da oltre 100.000 dollari

Nel corso delle indagini sono stati ascoltati i residenti della zona in cui si sono verificati i fatti, i villeggianti e alcuni familiari di Coccia per ricostruire con esattezza la dinamica della lite. Tutto ha ricondotto il decesso del 72enne a quella lite banale per l’utilizzo di un posto auto all’interno del parcheggio privato del palazzo di via Coppola. Nei giorni scorsi, la Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Antonio Barba) ha chiesto il rinvio a giudizio dei due coniugi, che sarà discusso dinanzi al gup Valeria Campanile a inizio novembre. Capocorso del 63/66 corso della scuola militare Nunziatella, Coccia aveva frequentato l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli assumendo ancora la carica di Capocorso, per poi congedarsi volontariamente con il grado di capitano, in dissenso con una parte della gerarchia militare. Laureato in ingegneria con netto anticipo, realizzò una sua azienda, l’Aise (Applicazioni Industriali Sistemi Elettronici), che si segnalò tra le più innovative nel panorama della nascente elettronica italiana. Fu tra i primi in Italia a ideare, perfezionare e produrre pistole lettori scanner che identificavano i primi codici a barre. Dopo il fallimento della sua azienda e due matrimoni, decise di trasferirsi ad Agerola, in una delle proprietà di famiglia, in gran parte oggi adibite a case vacanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA