Mafia, 4 arresti a Caltanissetta: il boss dal carcere dava ordini tramite l'avvocato

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Giovedì 19 Settembre 2019, 09:21

Quattro arresti per presunti appartenenti al clan Rinzivillo. La polizia di Caltanissetta ha eseguito quattro ordinanze di misura cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia presso la Procura della Repubblica per associazione mafiosa aggravata. L'operazione 'Exitus', che si è conclusa con gli arresti di oggi, costituisce una costola dell'operazione 'Extra fines' che portò all'arresto, nel 2017, di 37 affiliati al clan Rinzivillo. Tale indagine fece luce sull'ascesa, nella famiglia di cosa nostra gelese, del boss Rinzivillo che, approfittando della carcerazione dei suoi fratelli e dell'assenza sul territorio di uomini in grado di contrastarne il carisma, riorganizzò il clan facendo leva sia su figure tradizionalmente appartenenti ad esso sia su figure nuove ed emergenti. Nell'ambito dell'indagine, condotta dai poliziotti della squadra mobile di Caltanissetta, con l'ausilio della squadra mobile di Parma, è emersa la figura di un avvocato del Foro di Gela, ritenuto dagli investigatori «uomo di fiducia del boss gelese Rinzivillo sin dal 2016 (durante il periodo delle indagini poi confluite nell'operazione Extra Fines) quando lo aveva fatto contattare da un suo affiliato». «L'avvocato - sottolinea la polizia in una nota - costituiva la longa manus di Rinzivillo negli affari intessuti dal boss gelese con altri appartenenti al clan». Secondo gli investigatori, «Rinzivillo impartiva all'avvocato ordini precisi che andavano ben oltre gli incarichi forensi». La disponibilità del legale nei confronti del boss gelese, secondo quanto ricostruito dalla polizia, è stata dimostrata anche dopo la carcerazione del boss: infatti, è proprio al suo avvocato che Rinzivillo, sottolinea la polizia, «approfittando del suo status di insospettabile legale, affidava il compito di fare uscire i suoi ordini per altri esponenti della consorteria mafiosa, ancora liberi sul territorio».

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