Lotteria Italia, mai così pochi biglietti: neanche la fortuna è più come una volta

Lotteria Italia, mai così pochi biglietti: neanche la fortuna è più come una volta
di Mario Ajello
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Martedì 29 Dicembre 2020, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 08:59

La pandemia mette in ginocchio anche il gioco. Ma non è soltanto la pandemia ad aver abbattuto la Lotteria Italia. E’ anche, al netto del momentaccio che stiamo attraversando, lo spirito dei tempi in cui tutto cambia e anche i costumi, gli svaghi, le speranze e le liturgie degli italiani e le loro scommesse finiscono in un frullatore di modernità e ne escono con connotati nuovi. La novità è che la Lotteria Italia - must delle generazioni meno giovani, evento spettacolare che ha tenuto incollati milioni di italiani alla tivvù di Mamma Rai tra voglia di fortuna, show e cerimonia nazionalpopolare con star alla Morandi e Bonolis, Frizzi e Carlucci e Panariello per non dire di Shakira per l’edizione 2002 o della Prova del cuoco o soprattutto di Canzonissima che era solita gemellarsi da potenza a potenza - crolla negli incassi con una raccolta che sprofonda a meno 30 per cento di biglietti venduti e con un conseguente mancato introito per l’Erario di 5 miliardi di euro. Mai, da quando si hanno a disposizione i dati (cioè dal 1978), sono stati venduti così pochi tagliandi per l’appuntamento dell’Epifania. Quest’anno, secondo una stima realizzata dall’agenzia specializzata Agipronews, sono stati venduti appena 4,7 milioni di biglietti, facendo registrare un tonfo storico dovuto, in particolare ma non solo, ai provvedimenti restrittivi adottati per far fronte al Covid e comprensivi di chiusure delle sale e di divieti di spostamento. Sono proprio le stazioni, gli aeroporti e gli autogrill, infatti, i luoghi che hanno ancora oggimaggior appeal nella vendita dei biglietti per la Lotteria Italia, nonostante nel 2020 si sia registrato il segno positivo nella vendita dei tagliandi online.

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I SOCIAL «Chi vince alla Lotteria Italia riceve il vaccino anti-Covid subito e prima dei vecchietti e delle infermiere?».

Girano cose così suoi social. A riprova che questi sono tempi particolarissimi. In cui il virus fa saltare le abitudini di sempre e anche i sogni di noi tutti - ho vinto alla Lotteria Italia e smetto di lavorare!, è stato un ritornello italianissimo capace di scatenare l’invidia sociale anche da parte di amici e parenti meno fortunati - non possono essere più gli stessi di prima. Ma in questo caso c’è un’aggravante. La Lotteria Italia è stata surclassata nell’ultimo decennio dal SuperEnalotto, dal Gratta & Vinci e anche un po’ dalle scommesse sulle partite di calcio che sono lievitate per effetto del web. E occhio: con il SuperEnalotto, ieri, erano in palio oltre 80 milioni di euro, nella Lotteria Italia il primo premio non supera i 5 milioni. Vuoi mettere? Vuoi scommettere? Non è solo la Lotteria Italia ad aver sofferto gli effetti della pandemia. E’ tutto il comparto del gioco legale che concluderà l’anno in negativo a causa - in particolare - dei 165 giorni di chiusura delle attività.Ma la Lotteria Italia fa parte in pieno della cultura materiale ed emozionale di questo Paese.

LA PARABOLA Nella prima edizione, del ‘57, per diventare ricchi ci volevano 500 lire e il primo premio era pari a 100 milioni. Un ascensore per il Paradiso o per le Hawaii dei piccoli italiani vogliosi di splendore, di sogno e di spasso: «Ho vinto e vi saluto da un atollo insieme alle due giovani indigene che si sono pazzamente innamorate di me perché mi trovano intelligente ed erogeno» (in realtà solo ricco), questo il tenore delle cartoline dei fortunatissimi che mollavano le anziane mogli e le vecchia automobili da travet o da proletari per proiettarsi, grazie alla Dea Bendata, in un’altra dimensione fatta di gioie e non più di mediocrità da Italietta minuta e da io speriamo cheme la cavo. E che dire di quando la Lotteria per antonomasia era ripetutamente abbinata a Fantastico e l’edizione del 1988, con Enrico Montesano e Anna Oxa, è stata quella che è riuscita a vendere il maggior numero di biglietti, 37 milioni e mezzo? La vincita più ricca è rappresentata dai 15 miliardi di lire del 1998 e 1999, edizioni legate a Carramba con la Carrà. Poi si è passati al gemellaggio con i Soliti ignoti ma in un altro contesto e in un’altra Italia. E comunque: mercoledì 6 gennaio, nei Soliti ignoti con Amadeus, saranno annunciati i biglietti vincenti e il primo premio sarà 5 milioni di euro. Un bella consolazione, in tanta sofferenza generale, per chi se lo aggiudica. Ma il tema vero è lo scricchiolio di uno dei simboli del Belpaese. Della crisi di un rito in fondo rassicurante e che ha finora rappresentato un pezzo consistente di identità per tutti noi e per chi ci ha preceduti perché la Lotteria Italia è l’erede diretta della Lotteria di Capodanno che debuttò negli anni ‘30. Questo, per dire dell’importanza di questo crepuscolo. Ma quando il 6 gennaio Amadeus annuncerà il biglietto vincente l’adrenalina sarà la solita con in più il rimpianto verso un’Italia novecentesca e post-novecentesca che aveva dimenticato la guerra e giocava, tranquilla e appagata con la sorte mentre adesso le vecchie certezze non esistono più in tempi di inaspettata battaglia anti-virus. E tra i bastioni diventati più deboli e più fragili come tutti noi, c’è questo della Lotteria Italia. Chi vince non si faccia troppi pensieri ma anche la fortuna non è più come una volta. 

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