Sparò e uccise il ladro, assolto l'oste di Lodi: «Quella sera potevo morire io»

Sparò e uccise il ladro, assolto l'oste di Lodi: «Quella sera potevo morire io»
di Adelaide Pierucci
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Sabato 25 Gennaio 2020, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 08:47

Un colpo partito dal fucile e il ladro a terra, colpito alle spalle. L'accusa di omicidio volontario, poi alleggerita in eccesso colposo di legittima difesa. E alla fine l'assoluzione, con formula piena. Perché il fatto non sussiste. Mario Cattaneo, 70 anni, l'oste di Casaletto Lodigiano, ieri, alla lettura della sentenza è rimasto inebetito, seduto, immobile. Dopo tre anni di travaglio la giustizia gli ha riconosciuto quanto da lui sempre sostenuto, che fosse innocente.

Uccise il ladro, assolto l'oste di Casaletto Lodigiano. Mario Cattaneo in lacrime: «Sono distrutto»

Petre Ungureanu, il romeno di 28 anni che, una notte di marzo 2017 con tre complici si era intrufolato nella sua osteria per rubare incasso e sigarette, non era stato ucciso né in uno scatto di rabbia, né per eccesso di difesa. «Mi riprendo la mia vita», si sfoga poi, «Io non ho ucciso. Ora ho solo un peso in meno. Il colpo è partito per errore mentre mi malmenavano». Poche ore prima la procura aveva chiesto la condanna e tre anni di carcere. «Si è esposto lui ai ladri aprendo la porta», la tesi dell'accusa. E mentre il procuratore della Repubblica di Lodi, Domenico Chiaro non esclude con la stampa il ricorso in appello, «nel caso non fossero state accolte tutte le nostre motivazioni», l'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, da sempre solidale con l'oste lodigiano, («La difesa è sempre legittima») si affretta a twittare: «Grazie alla nuova legge sulla legittima difesa voluta dalla Lega il ristoratore Mario Cattaneo, per cui erano stati chiesti tre anni di carcere per aver ucciso un rapinatore nel suo locale, è stato assolto!». Una ipotesi poi messa in dubbio da procuratore: «Solamente dalle motivazioni sapremo se il giudice ha considerato il fatto un incidente o se l'assoluzione è figlia della nuova legge sulla legittima difesa».
La festa Casaletto Lodigiano in serata monta, in casa dell'oste il telefono squilla in continuazione, c'è chi si congratula. Una cascata di reazioni politiche esultanti, vedi Giorgia Meloni e Mariastella Gelmini. «Giustizia è fatta» scrive su Fb Attilio Fontana, il presidente della Regione Lombardia, che si è incaricata delle sue spese legali. «Mario non ha ucciso. Anzi Mario non ha sparato», la tesi dell'avvocato Vincenzo Stochino, difensore dell'oste, ripetuta all'apertura dell'arringa sembra aver fatto centro.

Mario Cattaneo, come si sente adesso?
«Sono stati tre anni da incubo, ma le ultime due ore sono state le peggiori, durissime. Mi sono sentito davanti a un plotone di esecuzione».

Un capitolo ora chiuso.
«In quelle ore sono sprofondato in una crisi che non mi aspettavo. Alla fine la giustizia ha trionfato».

Mai un senso di colpa?
«Io non ho ucciso. Sono stato trascinato, malmenato, in casa mia. E mentre prendevo botte da un ladro, mentre tentava di sfilarmi il fucile è partito il colpo che ha ucciso uno dei complici. Mi sono ritrovato sotto accusa, e in un'aula di giustizia. Io non avevo mai varcato la porta di un tribunale da imputato».

Le capita mai di pensare alla vittima?
«Sono cattolico e qualche volta prego per lui. Ma non mi sento in colpa».

La considera una notte da dimenticare?
«Mi è andata bene. Potevo esserci io là per terra al posto suo. E mi è andata bene anche con la sentenza. Perché alla fine la giustizia è prevalsa. E' finita nel migliore dei modi».

Perché è sceso quella sera? Perché, come ha detto il pm, ha aperto quella porta?
«Sono stato svegliato dall'allarme. E quella notte sono sceso al piano dei ladri perché avevo paura che, alla fine, non si accontentassero solo di rubare ma, invece, salissero anche dove eravamo noi, e lì, io avevo tre nipotini che dormivano tranquilli. Li dovevo difendere da questa eventualità».

La solidarietà l'ha aiutata?
«Mai smesso di lavorare. Oste ero allora e oste sono rimasto. E i clienti sono stati la mia forza. Sono venuti da tutt'Italia per farmi coraggio».
 

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