Un pomeriggio come tanti, con i preparativi da fare per il servizio della sera. Poi, inattesa, l'acqua che invade gli spazi. Appena il tempo di sbarcare, assistere all'intervento - purtroppo vano - dei Vigili del fuoco, e poi restare a guardare, impotenti. La barca-ristorante Ca' Moro, a Livorno, che vede lavorare giovani con sindrome di Down nell'ambito di un articolato programma di reinserimento sociale per le persone disabili portato avanti da Cooperativa Sociale Parco del Mulino e Associazione italiana persone Down-Livorno, è semi affondata venerdì scorso.
Immediato il tam-tam in Rete. E la corsa, economica e non solo, per tentare di salvare l'imbarcazione e, soprattutto, il progetto. «I ragazzi sono scossi e disorientati. In particolare, uno che era lì in quel momento: vedere il proprio luogo di lavoro che chiude e poi in modo così drammatico - commenta Marco Paoletti, direttore della Cooperativa - è stato davvero un duro colpo: abbiamo dedicato anima e corpo al progetto, lo abbiamo costruito negli anni, con alti e bassi, e non è stato semplice. Dalle chiusure per la pandemia iniziavamo a riprenderci adesso. Ora pensiamo solo ai ragazzi: occorre ripartire e in fretta affinché non stiano fermi troppo a lungo. Il lavoro ha una funzione terapeutica fondamentale per lo sviluppo dell'autonomia e delle capacità personali dei giovani con disabilità, nonché per il loro inserimento in società. Portare un piatto al tavolo a noi può sembrare banale ma è molto importante per loro».
I DIPENDENTI
Sono quattordici - quattro al ristorante - i giovani attualmente impegnati nelle attività della Cooperativa, tra ristorante, pizzeria, b&b, area camper. Altri stanno facendo formazione. L'età spazia dai 20 ai 49 anni.
LE CAUSE
Ancora da capire le ragioni dell'accaduto. «I sommozzatori stanno cercando di scoprire cosa sia successo, è difficile - prosegue - Non si è trattato di una falla. E nessuno ha urtato la barca. Non c'è traccia di dolo. Si pensa a un possibile malfunzionamento della pompa di sentina. Abbiamo sempre fatto la corretta manutenzione e non ci sono mai stati segnalati problemi. Nessuno poteva immaginare una cosa simile». Rimane il tema dell'eventuale smaltimento dell'imbarcazione e dei relativi - decisamente alti - costi. «Confidiamo nell'aiuto degli enti della zona - conclude Paoletti - dobbiamo essere ottimisti. Siamo convinti che, con l'appoggio di tutti, riusciremo a portare avanti il progetto, anche se non sappiamo ancora in quali modalità. È importante per i ragazzi superare questo momento. E noi stiamo facendo del nostro meglio».