Legionella, epidemia a Ortona: tre morti, campionate acqua e aria

Legionella, epidemia a Ortona: tre morti, campionate acqua e aria
di Daniela Cesarii e Antonio Di Muzio
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Domenica 1 Novembre 2020, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 15:13

In Abruzzo non solo coronavirus. Ortona (Chieti) è costretta ad affrontare una misteriosa mini-epidemia di legionella che, da un mese e mezzo, ha infettato nove persone e provocato tre vittime. L’ultima venerdì sera: Silvio Verratti, 76 anni, deceduto all’ospedale di Pescara dopo il ricovero dei giorni scorsi. Il caso esplode a metà settembre. Dai primi sporadici contagi si arriva l’8 ottobre a registrare un cluster di ben nove contagi. Il cluster non è ben localizzato ma sembra avere il suo baricentro in alcune contrade, del vasto territorio comunale, a ridosso dell’area artigianale. 
Il fatto particolare che il centro storico sembra essere immune invece dalla trasmissione. Il 13 ottobre arriva il primo decesso. Si tratta di una donna di 61 anni, già gravemente malata. La città, già provata dalla pandemia da Covid 19, è nel panico. La paura è tanta, i primi sospetti cadono sull’acqua potabile: si teme che il contagio sia avvenuto nella rete idrica. La psicosi avanza e i cittadini evitano l’acqua dei rubinetti. Partono quindi le indagini.

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Su pressione del sindaco, Leo Castiglione, il 16 ottobre la Asl avvia un’indagine epidemiologica e si avvale degli uffici specializzati dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente che hanno sede all’Aquila. I tecnici effettuano prelievi nelle abitazioni dei cittadini colpiti dalla legionella facendo un doppio campionamento per ogni casa: viene analizzata l’acqua dai rubinetti e dai serbatoi. L’Istituto superiore di sanità, allarmato, invia i rinforzi e il 17 ottobre arrivano in città tre medici specializzati in legionellosi. La ricerca si amplia: nel mirino ora ci sono anche gli impianti di areazione e le torri di raffreddamento delle aziende del territorio. In attesa degli esiti delle doppie analisi, il 28 ottobre si registra la seconda vittima: un uomo di 76 anni di Villa Rogatti. La terza vittima, appunto, il 76enne che risiedeva nel quartiere periferico di Fonte Grande.
«Il fatto che i casi siano stati circoscritti a un periodo ben preciso - spiega il sindaco Castiglione - fa ben sperare sull’evolversi della situazione.

Come amministrazione comunale abbiamo lavorato in prima linea con l’Asl, gli uffici dell’Arta e i medici dell’Iss per la campionatura dell’acqua e dell’aria nelle case dei contagiati. Una ricerca che è stata estesa anche alle aziende del territorio. Uno sforzo mirato a trovare nella maniera più celere possibile la causa del contagio».


ATTESA
Intanto cresce l’attesa degli esiti ufficiali delle doppie analisi condotte dall’Arta sulle tubature della rete idrica e dall’Iss sugli impianti di areazione. «Appena avremo i risultati - ha aggiunto Castiglione - sarà nostra cura renderli pubblici. In attesa delle relazione finali, voglio però sottolineare che la Sasi, che è l’ente gestore del servizio idrico cittadino, ha, nei giorni scorsi, ufficialmente comunicato l’esito delle ulteriori analisi. Dopo aver già comunicato all’Iss che gli esami sulla sorgente e su diversi punti di campionamento erano nella norma, anche i risultati delle analisi sul serbatoio di contrada Gagliarda, che fornisce l’acqua al 90% del territorio comunale, sono negativi al batterio. Quindi la rete idrica appare esclusa come possibile causa di trasmissione del batterio».
 

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