Noemi Durini, accoltellata e sepolta viva: confermati i 18 anni al fidanzato

Noemi Durini, accoltellata e sepolta viva: confermati i 18 anni al fidanzato
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Venerdì 7 Giugno 2019, 14:33 - Ultimo aggiornamento: 19:34

Quando uscirà dal carcere il 19enne Lucio Marzo avrà 37 anni. E in galera trascorrerà più o meno gli stessi anni che ha finora vissuto perché i giudici della Corte d'appello di Lecce (sezione minorile) hanno confermato nei suoi confronti la condanna alla pena di 18 anni e 8 mesi di reclusione per aver ucciso la fidanzatina 16enne Noemi Durini. Lucio, che ha prima confessato poi ritrattato il delitto, è stato riconosciuto colpevole di aver picchiato, accoltellato e poi sepolto sotto un cumulo di pietre mentre era ancora viva la povera Noemi. 

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​La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato: i giudici hanno respinto la richiesta di rinnovare la perizia psichiatrica e della messa alla prova con il riconoscimento delle attenuanti generiche avanzata dalla difesa dell'imputato. Il delitto avvenne il 3 settembre 2017, ma il cadavere fu trovato, sotto una catasta di sassi, il 13 settembre nelle campagne di Castrignano del Capo (Lecce) dopo la confessione di Lucio, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni. «Non sarò mai contenta ma posso ritenermi soddisfatta», commenta con gli occhi pieni di lacrime la mamma di Noemi, Imma Rizzo, dopo la sentenza.
 


«Ho incrociato i suoi occhi in aula per un istante - dice la donna riferendosi a Lucio - ma lui ha abbassato subito lo sguardo. Non lo perdonerò mai per quello che ha fatto. Mi ha tolto un pezzo di cuore e a mia figlia ha tolto il bene più prezioso, la vita». Imma porta al collo una collanina d'argento con inciso il nome della figlia morta. «La nostra battaglia giudiziaria continua perché ci sono tanti lati oscuri in questa vicenda che devono essere chiariti, confidiamo - sottolinea - nella magistratura che sta lavorando molto bene». Il riferimento è all'indagine in corso per accertare il coinvolgimento di altre persone nelle fasi successive il delitto. Il padre e la madre di Noemi sospettano infatti che i genitori di Lucio possano aver avuto un ruolo nell'aiutare il figlio a occultare le prove dell'omicidio.

Lucio era conosciuto da tutti come un ragazzo violento, tanto da essere denunciato dalla mamma della vittima. Il rapporto tra i due fidanzatini era turbolento, ma Noemi si era invaghita di quel giovane che ogni giorno lasciava Alessano per raggiungere la cittadina della sua fidanzatina, Specchia, a otto km di distanza, per stare con lei. La tragedia era forse annunciata. L'ultimo post condiviso da Noemi su Facebook fa venire i brividi: «Non è amore se ti fa male. Non è amore se ti controlla. Non è amore se ti fa paura di essere ciò che sei. Non è amore, se ti picchia».

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