Laurea in autogrill, tifoso del Bari non rinuncia alla partita: «Non tradisco la mia squadra»

Tesi discussa in call dall'area di servizio di Cantagallo: «Gli altri clienti non capivano, i professori vedevano le auto passare»

Tifoso del Bari si laurea in autogrill per non rinunciare alla partita: «Non tradisco la mia squadra»
di Graziella Melina
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Sabato 22 Ottobre 2022, 06:27

Chiedi tutto ad un tifoso, tranne che rinunci anche solo una volta ad andare allo stadio. E infatti, Massimo Vitti, 46 anni, barese, di privarsi di una partita, per di più in trasferta a Parma, non ci ha pensato neanche un secondo, nemmeno se proprio quel giorno, il 19 ottobre, avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea triennale in economia aziendale. La soluzione infatti era semplice: portarsi dietro il computer, indossare una giacca, e trovare un posto il meno caotico possibile per collegarsi con i professori.

«La discussione era prevista on line, quello che non era previsto è che il Bari giocasse lo stesso giorno» prova a giustificarsi Vitti con tono ironico. «Così ci siamo organizzati.

Eravamo un gruppo di 5 amici, siamo partiti insieme in macchina e visto l'evento in programma la giacca l'hanno indossata tutti. Quindi, siamo andati nella sala ristorante dell'autogrill Cantagallo poco prima di Bologna, sull'A1, e mi sono collegato con cellulare e portatile».

E da bravo laureando, senza alcun problema, Vitti ha discusso la tesi sulle monete complementari nei mercati moderni. «Gli altri clienti del ristorante non avevano capito cosa stava succedendo ammette - hanno pensato lavorassi al computer. Poi, quando dopo la proclamazione c'è stata un po' di euforia, se ne sono accorti». E devono averlo capito solo dopo anche i professori, all'inizio ignari della location così particolare. «Lo hanno immaginato mentre parlavo, visto che sullo sfondo si vedevano le macchine che passavano».

Ma tutto si è concluso senza intoppi. E l'imprenditore barese, una moglie e due figli di 13 e 11 anni, ha ottenuto la sua bella laurea, con 82 su 110. «Vado allo stadio da quando avevo 5 anni e in trasferta da 15, settore ospiti. Sono nato a Bari, ma vivo da trent'anni a Roma e insieme ai miei amici siamo sempre andati a seguire la nostra squadra». Da bravo ultras, nel 2014 ha persino fondato il gruppo «La Bari Capitale», composto dai tifosi della squadra pugliese. Mai persa una partita insieme ai suoi amici. Ma alla laurea non ci voleva rinunciare.

IMPEGNO

«Mia madre ammette - si era rassegnata. Anzi, mi chiedeva come fai a studiare con tutti gli impegni che hai? Io però sono dell'idea che se qualcuno vuole ottenere qualcosa ci riesce. Magari ti alzi un'ora prima, ma ce poi ce la fai. Io ho iniziato a lavorare in una società di famiglia, ci occupiamo di informatica e software per professionisti, sono impiegate 60 persone. Sicuramente, gestendo un'azienda devo seguire tante cose. Avevo studiato ragioneria, ma poi all'epoca non ho mai pensato di iscrivermi all'università. Una domenica di tre anni fa ho deciso però che volevo laurearmi e così ho fatto». Inutile chiedere cosa ne pensino in famiglia di questo suo tifo incondizionato per il Bari. E soprattutto delle trasferte con il gruppo di tifosi. «Certo, ogni giorno mi sveglio presto spiega - cerco di far conciliare questa passione con tutto il resto. Mia moglie, romana, odia il calcio. Il figlio grande è laziale, il piccolo invece si è appassionato al Bari». A dirla tutta però il 19 ottobre la laurea è andata bene, per la sua squadra del cuore invece no. Allo stadio «Ennio Tardini» di Parma, infatti, la partita di Coppa Italia tra la locale squadra e il Bari si è conclusa con la sconfitta dei pugliesi per 1 a 0, con la conseguente eliminazione dalla competizione.

TRASFERTA

Festeggiamenti rovinati? «In trasferta ci si porta le birre - ribatte Vitti - mentre quel giorno ci siamo portati dietro una bottiglia di champagne. L'abbiamo stappata nel parcheggio dell'autogrill e abbiamo festeggiato». Sì, ma poi il Bari ha perso. «Non è importante se ha vinto il Parma - tiene a precisare - Certo, sono dispiaciuto, fa sempre piacere vincere, ma il risultato non conta nulla, non è quello il fine per cui noi ultras sosteniamo le nostre squadre del cuore e le seguiamo ovunque. E così è successo quel giorno. Dopo la laurea e la partita ci siamo rimessi in macchina e siamo tornati a casa soddisfatti e contenti».

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