Dirty Glass, arrestato Luciano Iannotta: l'imprenditore è presidente di Confartigianato Latina

Dirty Glass, arrestato Luciano Iannotta: l'imprenditore è presidente di Confartigianato Latina
di Vittorio Buongiorno
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Mercoledì 16 Settembre 2020, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 12:58

Esce per primo dalla Questura di Latina, Luciano Iannotta. E' uno degli undici arrestati dell'Operazione Dirty Glass. E' un nome di spicco in provincia di Latina, da quindici anni sulla breccoa, una vita a duecento all'ora, ma sempre sul filo, sempre in bilico. Stavolta è caduto nell'operazione della Dda di Roma al termine delle indagini della Squadra Mobile della Questura di Latina.

Iannotta ha collezionato incarichi, da due anni è presidente della Confartigianato Latina, ma il suo nome era comparso in diverse inchieste pesanti. Di lui parlavano Riccardo Agostino e Renato Pugliese, i pentiti del clan Di Silvio, in modo abbastanza eloquente. L’imprenditore di Sonnino si era fatto garante per una persona che aveva un debito di 50mila euro con i figli di Armando Lallà Di Silvio. «Siamo andati a casa di Iannotta, che io conoscevo bene – ha raccontato Pugliese – per discutere della vicenda e alla fine lui ha pagato 10mila euro in contanti e fatto due bonifici da 12.500 euro ciascuno per saldare quanto dovuto, detratte alcune spese. Quei soldi se li sono divisi i Di Silvio ma Iannotta mi regalò 1000 euro per la mia mediazione».

Pugliese - figlio di Costantino Cha Cha Di Silvio il capoclan che sta scontando in carcere una condanna a dieci anni di reclusione - trattava Iannotta con rispetto e questa cosa non era sfuggita agli investigatori della Mobile, perché Iannotta era un personaggio in vista. Quando era vicesindaco di Sonnino, con il gruppo Antares era stato sponsor del Latina calcio all'epoca della presidenza Condò, prima che arrivasse Pasquale Maietta (l'ex parlamentare oggi sotto processo per il crack dell'Unione Sportiva Latina Calcio). E il calcio è una sua fissa: dal 2016 è presidente del Terracina Calcio e quest'anno in Eccellenza ha messo in piedi una squadra per puntare alla promozione in D.

Dieci anni fa Iannotta lavorava alla costruzione del porto di Nettuno. Il suo nome era tornato alla ribalta per un altro porto, quello di Sperlonga. Quando l'opposizione aveva chiesto conto al sindaco Armando Cusani del perché il Comune avesse mantenuto una quota del 5% nella società a cui aveva affidato la gestione del porto aveva risposto lui, Luciano Iannotta. Era una storia intricata, che partiva dal porto di Sperlonga, passava per Roma e arrivava fino a Londra dove aveva sede la società, per poi tornare di nuovo in Italia, precisamente a Sonnino, città d’origine dello stesso Iannotta.


L'imprenditore disse all'epoca al Messaggero «di essere l’unico azionista della “Lta London Investments ltd” e difende la serietà degli imprenditori e dei professionisti della compagine sociale della “Porto di Sperlonga srl”, lamentando un “ingiustificato attacco all’amministrazione comunale di Sperlonga» e indirettamente alla sua persona. Un mistero perché la sede di quella società era in un anonimo palazzo nella periferia londinese.


Passano gli anni e il suo nome ricompare nell'indagine della Dda che porta in carcere l'ex consigliera regionale Nina Cetrone insieme al marito Umberto Pagliaroli  oltre agli esponenti del clan di Silvio. Quando gli esponenti del clan pretendono soldi da Luigi De Gregoris, altro imprenditore di Sonnino, coinvolto anche nell'inchiesta odierna, quest'ultimo chiede aiuto a Iannotta.

Ci pensa Iannotta a risolvere la questione, tratta direttamente con il clan e sistema la questione. Ma oggi, dopo di lui, dalla questura, esce anche Nathan Altomare. Proprio Iannotta l'aveva voluto al suo fianco in Confartigianato, come responsabile dell'area nord e in molti a Latina erano rimasti sorpresi. Altomare era stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta Don't Touch, la prima ad aver scardinato il sistema dei Di Silvio. Ne era uscito pulito, prosciolto. Ma oggi è stato arrestato di nuovo insieme al suo mentore.

E non è finita, nel dicembre scorso era finito agli arresti per una inchiesta siciliana anche il nuovo direttore di Confartigianato Imprese Latina,  Gaetano Sannolo, posto ai domiciliari a dicembre per l'inchiesta catanese "Fake Bank" e poi scarcerato nelgennaio socrso. 

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