Jessica e Sara uccise da un ubriaco in un incidente davanti ai genitori: «Abbiamo visto quel Suv travolgerle»

Pordenone, cugine di 20 e 26 anni morte nello schianto. L'uomo è fuggito ma è stato arrestato. In auto anche due bimbe, rimaste ferite

Jessica e Sara, incidente mortale davanti ai genitori: «Abbiamo visto quel Suv travolgerle»
di Claudia Guasco
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Martedì 1 Febbraio 2022, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 08:52

Una bella domenica di sole trascorsa al mare, a Caorle. La cena in compagnia e poi il ritorno a casa. Ma le foto di quella gita di famiglia fissano per sempre le ultime ore di vita di due cugine, legate tra loro come sorelle. Insieme anche nella morte. Jessica Fragasso, vent'anni, e Sara Rizzotto, 26 anni, sono state travolte a bordo della loro Panda vicino a Pordenone alle otto di sera, mentre viaggiavano in autostrada verso Conegliano. Le figlie di Sara, di due anni e mezzo e quattro mesi, si sono miracolosamente salvate. L'auto si è ribaltata più volte su se stessa, schiantandosi sul lato sinistro: le piccole erano agganciate sui seggiolini a destra. A centrarla in pieno la Land Rover di Dimitri T., 61 anni. Era ubriaco fradicio, è scappato e quando è stato rintracciato a casa sua aveva nel sangue un tasso alcolico tre volte superiore ai limiti.

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Complici

Ora l'uomo è nel carcere di Udine con l'accusa di omicidio stradale plurimo aggravato, omissione di soccorso e fuga. Ha 61 anni, è di origini bulgare, impresario da moltissimi anni in Friuli con una ditta di trasporti a Chions. Gli agenti della squadra mobile lo hanno trovato nella sua abitazione a Pordenone, a meno di dieci chilometri dal luogo dell'incidente, e indagano per capire se qualcuno l'abbia aiutato nella fuga. Aveva bevuto molto, non era lucido, di certo non è arrivato a casa a piedi. Il suo cellulare è sotto sequestro, dai tabulati potrebbero emergere eventuali chiamate ad amici che possono averlo riportato a Pordenone e anche se, al momento dello schianto, fosse al telefono e si sia distratto. Peraltro già guidando in condizioni precarie a causa dell'alcol, un'aggravante che insieme alle pesantissime accuse contestate dovrebbe costargli il massimo della pena. La Land Rover di Dimitri, domenica sera, correva veloce. Centra in pieno la Panda delle due ragazze che lo precedono, l'urto è tremendo: l'utilitaria viene trascinata per diversi metri, entrambe le auto si capottano. Il Defender, che circolava con la targa di prova, quella rilasciata prima concludere l'acquisto, è finito ruote all'aria in mezzo alla carreggiata e l'uomo, ferito e stordito, ha camminato sulla carreggiata opposta contromano per un chilometro e mezzo cercando un varco nella recinzione, l'ha imboccato e si è dileguato tra i campi. La macchina di Jessica e Sara è stata completamente distrutta: è stata spinta, si è rovesciata più volte e ha finito la sua corsa sul fianco del lato guida.

Le due cugine, sedute da quella parte, sono morte sul colpo, le bimbe sono state estratte salve dai vigili del fuoco. I genitori di Jessica hanno assistito alla tragedia dallo specchietto retrovisore, erano su un'altra macchina davanti alla Panda e sono stati tamponati da Dimitri nella sua folle corsa. Sono stati proprio loro, con un motociclista di passaggio, a lanciare l'allarme. Il papà della ventenne ha avuto un malore quando ha capito che la figlia, una volta liberata dalle lamiere, era morta ed è stato ricoverato al pronto soccorso di San Vito al Tagliamento.

 

Viaggi e affetti

Di Jessica restando i suoi momenti felici pubblicati sui social. «Un dicembre da ricordare», scrive sotto alla foto in cui bacia il fidanzato, sullo sfondo le Dolomiti del Cadore. Le vacanze insieme a Napoli, in Toscana, a Firenze. Sempre abbracciati, anche prima dei brevi addii: «E tu torna, che abbiamo un bacio in sospeso», la promessa di Jessica. Dopo il liceo linguistico a Conegliano era iscritta all'università a Venezia, a Ca' Foscari, figlia unica amatissima di genitori molto conosciuti in paese. La cugina Sara ha lavorato per un periodo come assistente sanitaria al Servizio di prevenzione degli infortuni e aveva appena fatto richiesta di tornare al settore delle vaccinazioni nel distretto di Pieve di Soligo. In questo periodo era a casa in maternità, la piccolina è nata solo quattro mesi fa. I colleghi sono sconvolti. «Abbiamo appreso con immenso dolore e incredulità la notizia della sua improvvisa tragica morte, giovane assistente sanitaria e mamma di due bimbe piccole - dice il direttore Francesco Benazzi - La sua vita è stata distrutta da un pirata della strada».
 

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