Jesolo, tromba d'aria sulla spiaggia: crollano le torrette dei bagnini. «Potevamo morire, ci sono feriti»

la denuncia di Guido Ballarin, presidente dell'Associazione nazionale assistenti bagnanti

Jesolo, tromba d'aria sulla spiaggia: crollano le torrette dei bagnini. «Potevamo morire, ci sono feriti»
di G.Bab.
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Lunedì 22 Agosto 2022, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 13:50

JESOLO - «Non solo danni ingenti alle attrezzature, ma anche conseguenze per gli assistenti ai bagnanti che con meteo estremo rimangono nelle loro postazioni inadeguate, anche a costo di rischiare la vita». Guido Ballarin, presidente dell'Associazione nazionale assistenti bagnanti, nel commentare quanto accaduto nei giorni scorsi sulle spiagge veneziane, investite da una vera e propria ondata di maltempo con piogge intense e potenti raffiche di vento, sottolinea senza mezze misure le criticità affrontate dagli addetti al salvataggio. Dal Lido a Caorle, le raffiche di vento hanno infatti danneggiato diverse attrezzature in dotazione degli assistenti bagnanti, alcuni dei quali si sono anche feriti.

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Operatori feriti

«Ogni anno - spiega Ballarin - tutte le ditte concessionarie forniscono ai propri dipendenti delle torrette di avvistamento con caratteristiche ben precise, come da ordinanza. A Jesolo, per esempio, ogni postazione di salvamento deve essere costituita da una torretta di avvistamento soprelevata dal piano di spiaggia, per assicurare la più ampia visuale possibile sugli specchi d'acqua presidiati, inoltre deve essere installato ben ancorato un pennone ben visibile, per la segnalazione del pericolo per la balneazione tramite la bandiera rossa. Torrette e pennoni nei vari litorali sono, nella migliore delle ipotesi, realizzati come a Jesolo con strutture di metallo ben salde sull'arenile e, soprattutto, le postazioni sono dotate di tetto di riparo, ma in altre spiagge sono semplici sedie rialzate con un ombrellone come protezione.

In molti casi le strutture sono interamente aperte, al massimo vengono posizionati dei teli per ripararsi dalle intemperie. In altri contesti invece non hanno nemmeno un basamento a terra e sono prive di qualsiasi dotazione per un minimo di riparo in caso di avverse condizioni meteo».

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Lavoro a rischio

Appunto, come accaduto lo scorso 18 agosto. «Molti assistenti ai bagnanti hanno rischiato la vita prosegue Ballarin - Si sono ritrovati nel bel mezzo del nubifragio senza poter lasciare le loro postazioni, perché c'è sempre qualche incosciente che decide di andare lo stesso a fare il bagno in mare anche durante il maltempo e anche per non incorrere in una denuncia per abbandono della postazione di lavoro. Alcuni colleghi si sono ritrovati a rischiare la propria vita rimanendo infortunati per la caduta delle torrette che si sono rovesciate dopo essersi sbilanciate per il forte vento. Solo la loro prontezza di riflessi nel lasciare la postazione hanno evitato il peggio».

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L'appello

Da ciò l'appello di Anab ad ammodernare le torrette e le dotazioni di tutte le spiagge italiane. «Che le dotazioni abbiano caratteristiche ben specifiche adatte alle avversità meteo più estreme - puntualizza il presidente Ballarin - per garantite la tutela della salute e della vita di chi ogni giorno vigila e salva la vita degli altri. Oggi con dotazioni inadeguate vengono ancora messi a rischio gli stessi operatori». La mancanza di sicurezza sul lavoro apre anche il dibattito sulla difficoltà a reperire assistenti bagnanti. «Anche le paghe non sono idonee - conclude Guido Ballarin - se consideriamo la responsabilità penale, a cui si aggiungono i rischi infortunio e vita in caso di temporali e le multe alla categoria che partono da 1000 euro. Poi qualcuno si chiede perché i giovani non fanno più gli assistenti ai bagnanti. La nostra categoria è considerata l'ultima in ordine di importanza. Chiediamo più collaborazione da parte di operatori, stabilimenti e di tutti gli enti che si occupano di turismo».
 

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