Si tuffa dal pedalò e non risale, l'amica 14enne lo salva: «Ho avuto paura di morire. A Giulia devo la vita»

Erano in 11 su due pedalò e solo lei ha capito che Favour Penn Awa stava rischiando di morire

Si tuffa dal pedalò e non risale, l'amica 14enne lo salva: «Ho avuto paura di morire. A Giulia devo la vita»
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Lunedì 25 Luglio 2022, 14:03

Eroina a 14 anni. Senza saperlo. Senza volerlo. Soltanto per un sesto senso, come dice lei. La protagonista di questa storia a lieto fine, è Giulia Benincà, di San Polo di Piave (Treviso), studentessa al Marco Fanno di Conegliano. Sabato pomeriggio, 23 luglio, ha salvato la vita a un suo amico, che rischiava di annegare, dopo un tuffo dal pedalò, a Jesolo. «Eravamo in acqua insieme, io sono risalita e lui è rimasto tra le onde, da solo. A un certo punto ho visto che annaspava. Non sapevo se stava scherzando. Poi, però, mi sono accorta che non riemergeva. Un tempo troppo lungo anche per farci uno scherzo. Mi sono buttata» dice, con una voce sottile, incerta perchè non capisce il motivo di tanto interesse. È schiva, quasi timida. Eppure, il gesto che ha fatto la descrive come una giovane decisa, con una bella dose di sangue freddo e un gran senso di generosità. 

IL RACCONTO
Erano in 11 su due pedalò, e solo lei ha capito che Favour Penn Awa stava rischiando di morire in un pomeriggio di allegria, trascorso tra amici, in un luglio di fuoco. Solo lei si è buttata in acqua, rischiando in prima persona. Perchè, quando è arrivata ad afferrare la mano di Favour, il ragazzo che era in debito di ossigeno, l’ha afferrata come un’ancora di salvataggio. E l’ha tirata a fondo. «È vero, mi ha trascinato giù e lui è riuscito ad emergere per respirare. Poi sono tornata a galla e e lui è ripiombato a fondo. Mi ha tirato giù di nuovo e lui così riusciva a respirare». Una danza che avrebbe potuto essere mortale. Per entrambi. Anche Giulia non ce la faceva più. «Me la sono vista brutta. Ho avuto davvero paura. Invece, ce l’ho fatta. Gli ho regalato una vita» riconosce, con la sua vocina sottile. Tutto si è svolto sotto gli occhi dei loro amici. E nessuno ha capito cosa stava succedendo. Per fortuna i bagnini, dalla spiaggia, hanno afferrato in un attimo che qualcosa non andava. E sono giunti in motoscafo, in un attimo, dove si trovavano i due pedalò. «Hanno tratto in salvo Favour, tirandolo su di peso dall’acqua. Dietro al motoscafo c’era una tavola a cui mi sono appoggiata, salendovi di pancia. Finalmente potevo tornare a respirare anch’io». Per Giulia è stata una cosa normale. Quasi naturale. «Un sesto senso, ho capito che quel ragazzo, che avevo conosciuto solo una settimana prima, poteva trovarsi in difficoltà. Non ci ho pensato su. Mi sono buttata». A quel punto Favour è stato portato sulla battigia, dove c’era un’ambulanza ad aspettarlo. Il giovane, 16enne di Vazzola, è stato accompagnato all’ospedale di Jesolo dove è stato sottoposto ad alcuni test per verificare quanta acqua avesse ingerito e se ci fossero danni neurologici. Appurato che stava bene è stato dimesso in serata ed è stato accompagnato a casa in auto, dai genitori di Giulia, che nel frattempo erano giunti a Jesolo.

Sul posto anche la Guardia Costiera jesolana.


«HO AVUTO PAURA DI MORIRE»
Il racconto di Favour, ventiquattr’ore dopo quel tuffo, è drammatico. «Ho avuto paura di morire. Non respiravo. Le gambe non rispondevano e andavo giù. Ho anche toccato il fondale, ma non sono riuscito a riemergere quel tanto che bastava per riprendere fiato. Finchè ho sentito un braccio vicino a me. Mi sono aggrappato per salvarmi». Una volta a casa, ormai in salvo, la paura non l’ha lasciato. «Stanotte (la notte scorsa ndr) ho avuto gli incubi. Sognavo che stavo soffocando, restavo senza respiro in fondo al mare. E mi svegliavo seduto sul letto con la bocca spalancata. È stato terribile». I suoi genitori lo hanno abbracciato e baciato. Ma quando hanno saputo che non aveva pranzato, e aveva fatto il bagno alle 16, digiuno dal mattino, si sono arrabbiati. «Hanno pensato che il malore fosse dipeso dal fatto che non avevo le forze per nuotare. Di solito so nuotare bene, mi sono tuffato migliaia di volte. Sabato qualcosa non ha funzionato». A Giulia? «Le ho detto che mi ha salvato la vita e che le sarò debitore finchè avrò respiro».

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