Davanti al giudice non ha proferito parola, così il mistero resta: perché Ivo Rabanser, 42 anni, fuggito di casa oltre vent'anni fa e da allora senza più alcun contatto con la famiglia, è tornato in Selva di Val Gardena dal buio in cui aveva sprofondare i rapporti con i suoi per accoltellare il fratello, spedizione compiuta nella notte tra sabato e domenica con evidenti propositi omicidi? Il giudice per le indagini preliminari di Bolzano ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per l'accusato, fermato dai carabinieri per tentato omicidio a Selva di Val Gardena.
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Le ferite anche alla cognata
L'uomo si era introdotto, senza preavviso e senza esserne autorizzato, in casa del fratello Martin e della cognata Monika Lardschneider (che non lo ha mai conosciuto né visto), in strada Piciulei, a Selva, aggredendo entrambi: ad avere la peggio era stato Martin, colpito con diverse coltellate e operato d'urgenza all'ospedale San Maurizio di Bolzano per curare una ferita vicina ad un polmone.
Le ricerche con "Chi l'ha visto?”
Oggi Ivo Rabanser si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha quindi voluto dare una risposta ai tanti interrogativi sulla vicenda, ad iniziare dal movente, che resta per ora oscuro. Il tentato omicidio appare ancora più indecifrabile se si considera che l'aggressore era fuggito di casa oltre vent'anni fa e che da allora non aveva praticamente più avuto alcun contatto con i suoi familiari, i quali avevano anche cercato di rintracciarlo anche tramite degli appelli al programma televisivo «Chi l'ha visto?». Oggi si è saputo in tutti questi anni Rabanser aveva vissuto nel Nord Italia, prima a Milano, dove era riuscito a mantenersi lavorando per associazioni che offrono assistenza a persone in difficoltà, e poi a Verona, dove avrebbe lavorato come manutentore di campi da tennis, stando a quanto ha dichiarato lui stesso. Di recente Rabanser era però rimasto senza lavoro ed era quindi probabilmente alle prese con delle difficoltà economiche.
L'avvocato: disagio personale
Rabanser è difeso dall'avvocata di fiducia Mara Uggè, oggi sostituita in udienza dal suo collega Marco Boscarol: «Credo che in questa vicenda andrà approfondito il tema del disagio personale del nostro assistito e quindi non escludiamo che in futuro si possa chiedere una perizia psichiatrica per accertarne le capacità di intendere e di volere». Gli avvocati di parte civile, che rappresentano cioè Martin e sua moglie Monika, sono Nicola Nettis ed Ernest Cuccarollo, a loro volta in attesa di conoscere il movente del gravissimo episodio di violenza, che ha destato impressione e sconcerto nella tranquilla Val Gardena e in tutto l'Alto Adige.
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