Ischia, professore salvo per miracolo. «Sopravvissuto così anche al terremoto nel 2017»

Ingegnere, 38 anni, insegna nella scuola Mattei

Gennaro Onorato
di Valentino Di Giacomo
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Lunedì 28 Novembre 2022, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 08:33

Inviato a Casamicciola

«Sono vivo per miracolo ancora una volta, qualcuno da lassù mi vuole bene. Per la seconda volta, dopo il terremoto del 2017, è stato soltanto un caso se non ho pernottato a casa, di fianco alla mia abitazione viveva Eleonora Sirabella, la prima donna trovata morta, con il suo compagno Salvatore».

È ancora sotto choc Gennaro Onorato, un ingegnere di 38 anni, insegnante di ruolo alla scuola Itcg Mattei di Casamicciola.

Lo incrociamo mentre rientra dalla sua abitazione dopo che con l’ausilio dei soccorritori dei carabinieri, della Protezione civile e dei vigili del fuoco è riuscito a recuperare i suoi effetti personali.

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«Quando sono stato in casa - spiega Gennaro - è stato un colpo, sono ancora scosso perché la mia abitazione ha subito dei danni, ma quella dove abitavano Eleonora e Salvatore è stata trascinata via almeno dieci metri più avanti. Potevo fare la stessa loro fine o, comunque, anche se la mia villetta non è stata travolta quanto quella dei miei amici, avrei vissuto attimi di panico per mettermi in salvo. E non è detto che ce l’avrei fatta, sono spaventato ora che sono rientrato a casa solo pochi minuti, non riesco ad immaginare se mi fossi trovato nel bel mezzo della frana».

Onorato conosceva bene Eleonora: «Era una mia vicina di casa e - spiega - ci vedevamo spesso. Due bravi ragazzi, sia lei che il suo compagno Salvatore. Non ho più lacrime da quando ho saputo del destino che è toccato ad Eleonora, ma è ancor più toccante sapere che potevo esserci anche io oggi nel triste computo dei morti e dei dispersi».

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«Ho vissuto anche il terremoto - spiega Gennaro - ma non è nulla al confronto di questa tragedia. Qui è venuto giù tutto, c’è una devastazione totale, nulla al confronto di quando nel 2017 ci fu il sisma». Si sente un miracolato Gennaro e, forse, ha qualche ragione per crederlo. Anche cinque anni fa Onorato non dormì nella sua casa che lui chiama «sulla montagna». Anche allora solo il fato lo salvò perché restò a dormire a casa della madre.

Sulle spalle Gennaro porta due borse più uno zaino: «Ho recuperato i vestiti per andare a lavorare, sono un ingegnere, ma da qualche anno sono diventato insegnante di ruolo e sono felice del mio mestiere». Da ingegnere, però, non ci sta a leggere questa tragedia soltanto con gli occhi dell’abusivismo edilizio e della speculazione. «Esiste un diritto all’abitare e - racconta Onorato - credo che quanto è avvenuto c’entri poco con condoni e abusi. È venuta giù una montagna, è il frutto del dissesto idrogeologico che c’è in tutta Italia, non degli abusi. È la montagna che dovrebbe essere messa in sicurezza così come andrebbero messe in sicurezza tante altre zone d’Italia».

Prova a spiegare il suo ragionamento Gennaro: «La maggior parte delle abitazioni coinvolte hanno i documenti in regola, mi chiedo perché si parla degli abusi soltanto dopo che le tragedie avvengono. Se una casa è abusiva non dovrebbero essere chieste tasse né concessi gli allacci alle utenze. Invece succede». Non sa dire Gennaro se vorrà rientrare nella sua casa «in montagna», ma di certo è consapevole che per ben due volte, solo per volontà del fato, è probabilmente scampato alla morte.

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